filosofia dell' invenzione. ' . 49
   Le arti, bisogna convenirne, non s'innalzano che lentamente, e nulla è più giusto dell' osservazione di Lord Bacone: « che noi siamo troppo proclivi a non tener conto delle stazioni per cui si è dovuto passare, e ad accordare all'ultimo che arriva tutto il merito della scoperta. » Il fatto è che molto spesso ciò che si saluta col nome di invenzione originale è il risultato d'una lunga e progressiva concatenazione di lavori e d' esperienze, nelle quali dovrebbesi riconoscere piuttosto una successione non interrotta d'alti fatti della mente umana, che una conquista condotta a termine da un solo individuo. Nè può essere altrimenti, chè abbisognarono talvolta secoli d'esperienza per assicurarsi del valore d'un solo fatto considerato sotto i suoi diversi punti di vista. Nella sua infanzia, l'esperienza è, come l'uomo stesso, debole e vacillante, e soltanto coli'età essa acquista forza e maturanza. Però 1' esperienza non muore come noi ; ella si accumula e crea alla nostra razza un tesoro inapprezzabile di potenza e di ricchezza. Essa sopravvive alle generazioni che passano; ed ingrandisce sempre, mostrando così la debolezza e la potenza, la piccolezza e la grandezza della nostra comune umanità. E noi, che viviamo in oggi, abbiamo non solamente ereditati tutti i risultati ottenuti dai lavori dei nostri predecessori — opere scientifiche ed artistiche, invenzioni e scoperte, utensili e macchine, strade, ponti, canali, strade ferrate ; — ma abbiamo ancora ereditato quelle attitudini innate che ci furono trasmesse col sangue e col cervello, in una parola quella cducabilità che, a poco a poco conquistata e sviluppata dai lavori di tutte le generazioni precedenti, forma veramente in oggi la miglior parte del nostro naturale retaggio.
   I nomi di una quantità di inventori caddero ticanza, e non si conserva che la memoria dei ] Cui si aiuta Dio l'aiuta.