difficili principii di arkwright.
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   pera loro allo stesso prezzo, ed Arkwright, per sopravanzarli da capo, scrisse sulla sua botteguccia : « Qui si rade per mezzo penny. » In capo a pochi anni chiuse bottega e si diede al commercio girovago di capelli. In quel tempo portavansi ancora le parrucche, ed era questo un ramo importante d'industria. Egli andò attorno comperando capelli per le fiere del Lancashire, ove giovani donne traevano a vendere le loro lunghe treccie ; e di-cesi eh' egli facesse assai buoni affari in questa curiosa industria. Vendeva anche una certa tintura chimica pei capelli che gli fruttava assai. Dotato di genio meccanico, davasi nelle ore perdute a costruire modelli di macchine, e, come fecero molti altri uomini autodidattici delle stesse tendenze, stilla vasi il cervello a trovare il moto perpetuo ; e continuò con tanto fervore le sue esperienze che trascurò gli affari, perdè quel po' di soldi che aveva messo insieme e fu ridotto povero in canna. Sua moglie (giacché egli erasi ammogliato in quel tempo), stizzita di quello sperpero, come credeva, di danaro e di tempo, saltando un giorno in bizza afferrò e distrusse i modelli di lui, sperando per tal modo rimuover la causa del vagellar del marito. Ma Arkwright, che era ostinato quanto entusiasta, fu cosi indignato della condotta della moglie, che si separò tosto da lei e non le perdonò più mai questo fallo.
   Viaggiando nel contado, Arkwright strinse conoscenza con certo Kay, orologiaio di Warrington che lo aveva aiutato a costruire alcune parti della sua macchina del moto perpetuo. Gredesi che questo Kay desse ad Arkwright la prima nozione della filatura coi cilindri. Que-st' idea s'impossessò immediatamente della sua mente ; egli si accinse a trovare un modo per effettuarla; su di che l'oriuolaio non poteva nulla insegnargli. Arkwright lasciò allora il suo commercio di capelli per parrucche « diedesi tutto a perfezionare la sua macchina, di cui e