Stai consultando: 'Chi si aiuta Dio l'aiuta Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi', Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)

   

Pagina (89/345)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (89/345)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   80
   chi si. aiuta dio l'aiuta
   cordi più piacevoli che possediamo dell'iniziativa, dell'attività, dell'energia individuale.
   Anche la vita letteraria porge esempi abbondanti della forza della perseveranza. Nessuna carriera è, sotto questo aspetto, più istruttiva di quella di Walter Scott. La sua mirabile attività fu educata e sviluppata nello studio di un avvocato, ove esercitò per molti anni l'umile ufficio di amanuense. Ciò rendeva tanto più dolci e gradite le sue serate eh' ei consacrava solitamente alla lettura ed allo studio. Egli stesso attribuì a questa prosaica disciplina l'abitudine di costante e sobria diligenza, di cui hanno spesso gran difetto i letterati. Come copista aveva tre danari per ogni pagina contenente un certo numero di parole ; e copiava a volte centoventi pagine in venti- quattro ore in modo da guadagnare circa trenta scellini, coi quali comperava non di rado qualche caro volume. Nella sua vita posteriore Scott costumava vantarsi della sua laboriosità, e, contrariamente a ciò che chiamava sciocchezze dei sonettisti, affermava che il genio non si dispaia dall'osservanza dei doveri comuni della vita. Più tardi, esercitando le funzioni di segretario alla Corte di Sessione in Edimburgo, attendeva a' suoi lavori letterarii prima dell'asciolvere, ed a' suoi doveri di segretario, durante il giorno, come riferisce il suo biografo e genero Lokhart. Avea per fermo principio che dovesse guadagnarsi il sostentamento coll'impiego e non colla letteratura, soggiungendo: «Io ho risoluto che la letteratura abbia ad essere il mio bastone e non la mia gruccia, e che i guadagni letterari non divengano, per quanto mi è dato, necessarii alle mie spese ordinarie.»
   La puntualità era una delle sue abitudini meglio coltivate ; altrimenti non gli sarebbe stato possibile compiere una quantità tanto enorme di lavoro letterario. Egli aveva per regola di rispondere ad ogni lettera il giorno stesso