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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
cattiti scolari divenuti uomini illustri.
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Wellington furono amendue fanciulli dappoco e non diedero punto prova d'ingegno alla scuola. Del primo la duchessa d'Abrantès riferisce che « aveva buona salute ma era, sotto ogni altro rispetto, come tutti gli altri fanciulli. » Giovanni Howard, il celebre filantropo, fu pure un famoso asino e durante i sett'anni che andò a scuola non imparò quasi nulla. Il grande ingegnere Stephenson si segnalò da giovane, soltanto per la sua destrezza nel lottare e in altri giuochi, e, bisogna aggiungere, per l'attenzione con cui lavorava. Il brillante Sir Humphry Davy non era da più degli altri fanciulli; il suo maestro Cardew disse un giorno di lui; «Sinché fu con me io non potei discernere le facoltà che lo resero poi tanto illustre. » Anche Watt era uno scolaro che prometteva assai poco, nonostante le storielle che narransi della sua precocità; però egli era paziente e perseverante, e mediante queste doti e il suo spirito inventivo trovò l'applicazione del vapore.
Ciò che il dottor Arnold disse dei fanciulli non è men vero degli uomini: la differenza tra loro sta non tanto nell' ingegno quanto nell' energia. Con la perseveranza, 1' energia si cangia presto in. abitudine. Il premio della corsa tocca a quello che va senza affrettarsi, ma senza fermarsi. È la perseveranza che spiega come la posizione dei fanciulli alla scuola sia così sovente rovesciata nella vita. L'autore di questo libro, quando era fanciullo, avea per compagno di classe uno degli scolari più stupidi che si fosser mai visti, cui parecchi maestri nè con le carezze nè con i castighi nulla avevano potuto insegnare. Il giovinetto fu abbandonato dai maestri come uno zotico insanabile. Eppure ei racchiudeva in sè una specie di rozza energia che crebbe co' suoi muscoli e con gli anni, e, strano a dirsi, quando prese parte alle faccende pratiche della vita lasciò indietro un gran numero dei suoi condiscepoli. L'ultima volta che l'autore ne senti