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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
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CHI 81 AIUTA DIO L' AIUTA
parlare, egli era il primo magistrato della sua città natia.
Poco importa che il giovane sia tardo, purché sia diligente. La prontezza nello apprendere può essere alle volte un difetto, in quanto che il fanciullo che impara presto dimentica anche presto: ed anco perchè esso non sente la necessità di coltivare quelle preziose qualità, applicazione e perseveranza, che il giovane di minore ingegno è costretto ad esercitare, e che sono sempre un elemento così essenziale nella formazione del carattere. Davy diceva: «Ciò ch'io sono non lo devo che a me medesimo » ; e ciò succede universalmente.
Riassumiamoci. La miglior coltura non deriva tanto dagli insegnamenti alla scuola od al collegio, quanto dalla diligente educazione di noi stessi allorché siamo uomini fatti. Quindi i genitori non devono essere impazienti di veder le menti dei loro figliuoli condotte ad una fioritura precoce. Sappiano essi vigilare piuttosto, ed aspettare pazientemente, lasciando che il buon esempio e le buone influenze portino i loro effetti, e se ne rimettano pel resto alla Provvidenza; provveggano che i loro figliuoli, col libero esercizio delle loro forze fisiche, possano contare sopra una buona salute ; li lancino sulla via del perfezionamento individuale ; coltivino per tempo in essi ed accuratamente le sane abitudini di applicazione e perseveranza: cosi li vedranno col crescere degli anni, se il fondo è buono, divenire sempre più capaci di lavorare con vigore ed efficacia all'opera del proprio sviluppo.