Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1529*1 libro nono. 15
      de'Luterani, e generalmente di tutta Lamagna, niuno più certo rimedio e più presente trovare si poteva, che il venire suo in Italia ; conciosiachè la presenza di lui poteva agevolmente e in brieve spazio molte cose con sua grandissima lode acconciare, che i suoi ministri, standosi egli nella Spagna, per la molta ambizione e avarizia loro difficilmente e in lungo tempo, a gran pena e con suo grandissimo danno e biasimo assettate arebbono : e pacificata l'Italia, come egli diceva di voler fare, si poteva con poca fatica dal Turco, e con minore dal re di Francia, difendere, e con altra riputazione governare l'Imperio, e maneggiare i principi tedeschi, che prima non faceva, e massimamente essendosi coronato.
      IX. In qualunche modo egli, o per le ragioni ultimamente raccontate, o pur perchè fusse di sua testa, e nella sua fortuna, la quale era grandissima, confidandosi, deliberatosi, ancora che dissuaso da tutti i principi e dal suo consiglio proprio, fuori solamente il gran cancelliere ed il confessoro, di venire in Italia; aveva mandato, come nel precedente libro si raccontò, a Genova per messer Andrea d'Oria, il quale giunto che fu in Barzalona, Cesare aspettandolo ritto in una sala mandò per lui, ed egli venne vestito tutto di panno nero, e accompagnato da cinquanta gentiluomini de'primi di Genova, molto riccamente addobbati, nè lo lasciò parlare, se prima egli non s'ebbe coperto la testa. Favellarono insieme alquanto; poscia si ritirarono in una camera soli, dove stati intorno a un' ora, il d' Oria ( al quale noi daremo per lo innanzi del principe, perchè Cesare gli donò il principato di Melfi ) fu accompagnato in una stanza, non meno che si fosse quella dell' imperadore, tutta ricca e adorna. Il quale imperadore s'imbarcò alli venti otto di luglio in sulla capitana del principe d'Oria, e a gli dodici d' agosto in giovedì sera arrivarono a Genova; e perchè quegli quindici giorni ch'egli stette in acqua, regnarono sempre levanti, venti contrari al venire in Italia, essendo il mare molto grosso, diede due volte in terra, una a Palamos e 1' altra all' isola Heres sopra Marsilia, aspettando tre galee le quali per lo tristo temporale erano indietro rimase; e la notte di santa Maria della Neve ebbero sì gran fortuna, che per poco non affogarono


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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