Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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gante e bizzarro tutto chiazzato tra pagonazzo e rosso, foderato pure di teletta d'oro, colla berretta in testa a uso di tòcco, di velluto nero; e l'entrata sua (per raccontare d'un si gran personaggio ancora questo particolare) fu di cotale maniera. Avevano fatto nel porto un ponte di legname con una scala tutta coperta di panni con liste rosse, gialle e bianche, ed in capo della scala era im arco trionfale pieno di varie e vaghe storie dimostranti per lo più il buon animo de' Genovesi; quasi avessono posto in oblio l'ultima presura di Genova, ed il sacco datole dagli Spagnuoli : in una delle quali storie era figurato Andrea d'Oria, il quale colla sinistra mano reggeva la città di Genova, e nella destra teneva una spada ignuda arrancata,1 e l'imperadore con ambe le mani incoronava Genova. Quando l'armata arrivò sopra il molo, le galee si misero in ordinanza, facendo di sè tre schiere ovvero squadroni, l'antiguardia, nella quale era la persona di Cesare, la battaglia e la retroguardia. Il primo a sparare l'artiglierie fu il Castellacelo, dopo il Castellacelo il molo, appresso il molo cominciò una nave grossa, cioè una caracca, la più grande e la meglio fatta che, gran pezzo ha, entrasse in mare, fabbricata nuovamente da messer Ansaldo Grimaldi, la quale fu poi comperata dal comune di Genova e donata all' imperadore ; dopo questa cominciarono a trarre le gàlee, tutte le navi e tutti gli altri legni della città, i qpali durarono a farsi continovamente sentire più di mezza ora, a tale che, tremando d'ogn'intorno il terreno, pareva che Genova stésse per dovere insieme con tutti i suoi contorni rovinare. Cessato il romore cosi dell' artiglierie come delle campane, delle trombe e di mille altri strumenti, i quali sonavano tutti distesamente a gloria, la galea sopra la quale era l'imperadore s'accostò al ponte, ed egli, tosto che l' efibe salito, e trapassato l'arco, fu dalla Signoria di Genova accQMipagjata da dugento gentiluomini genovesi, tutti con roboni^di drappo in dosso e ricchissime collane al collo, lietamente e con grandissimo onore ricevuto; e allora l'artiglieria di HUovo sparata, cominciò a fare una lieta e spaven-
4 Cioè^eon una «j&U ignuda impugnata. Arrancata è voce degli spagnoli , presso i quali arrcMcar la etpada, significa impugnare la spada.
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