Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      20 storia fiorentina. [15-29]titi presi i quali arebbono, se voluto avesseno, potuto pigliare; e fu riferito loro per cosa certa, che madama madre del re: la quale era dagli adulatori innalzata infino al cielo, come ancora madama Margherita, ch'ella e sola e donna, avesse in poco tempo quella pace conchiuso, la quale molti uomini in molt' anni conchiudere potuto non avevano; fatto che fu r accordo, ebbe a dire, che per riavere un solo non che amendui i figliuoli del re, suoi nipoti, arebbe dati mille Firenzi; e pure aveva promesso costei più volte innanzi, che mai non farebbe cosa nessuna in pregiudizio e senza consentimento e contentamento de' collegati. Ma la sperienza, a cui sola cedono tutte le ragioni insieme, dimostra, che le republiche piccole, le quali fanno lega co'principi grandi per essere difese da loro, sono le più volte da loro offese, e qua-lunche Stato non arà armi proprie bastanti a difenderlo, sempre alla fine sarà o dagli amici o da'nemici occupato.
      XII. Stavano adunque per due cosi fatte novelle, tutti mesti e tutti sbigottiti i Fiorentini: nondimeno, o costanti o ostinati di voler difendere a ogni modo la libertà o la licenza loro, ripigliando a poco a poco animo e vigore, e confortati dal gonfaloniere e da più cittadini della sua setta; tra i quali erano i principali, Bernardo da Castiglione, Giovambatista Cei, Niccolò Guicciardini, Iacopo Gherardi, Andrea Niccolini, Luigi Soderini e molti altri; fecero tutte quelle provvisioni e divine e umane, che fare da loro in quel tempo, non pur si dovevano, ma si potevano. Primieramente, vinto il partito, ordinarono che la Vergine Maria dall' Impruneta divotamente e colle solite processioni si facesse diporre e condurre in Firenze, acciò che quel libero e pacifico stato popolare, mediante la grazia e intercessione di lei, si mantenesse in pace e in libertà; poi soldarono dimolti capitani nuovi, e massimamente di quelli delle Bande Nere, ed a' vecchi riempierono o accrebbero le compagnie. E perchè non mancassero danari da potergli pagare, vinsero in un giorno medesimo, il quale fu il sesto d'agosto, tre provvisioni; la prima, che nel consiglio maggiore si traessero a sorte della borsa generale ottanta eie-zionari, i quali, dato il giuramento sopra la coscienza loro, nominassero uno per uno, e quegli de' nominati, i quali, otte-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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