Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      libro nono.
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      per tutto, rispose amorevolmente, ma poche parole, la su-stanza delle quali fu, che si rendesse l'onore al pontefice, ed in sentenza che si rimettessino in Firenze i Medici; e per molto che gli oratori dicessino e replicassino, mai però non potettero altro trarne, se non che soddisfacessero al papa, al quale egli gli rimetteva; e con questa risposta senza conchiu-sione nessuna gli licenziò.
      XVH. Andaron poi a trovare il gran cancelliere, il quale aspettava il cappello d'ora in ora, e gli raccomandarono con molte parole e per molte ragioni la città ; ma egli assai rigidamente rispose loro, quasi Firenze fusse feudo dell' Imperio, che i Fiorentini, per aver essi mandato le genti loro in aiuto del re di Francia a monsignor Lutrech, contra la maestà dell' imperadore, avevano tutti i loro antichi privilegi perduto, e conseguentemente dalla loro libertà per sì grave eccesso e mancamento caduti; pur nondimeno, se si sottomettessero alla santità del papa, ch'era pur lor cittadino e benemerito della sua patria, e lo ricevessero in casa in quel modo eh'egli era innanzi che nel cacciassero, si potrebbe per avventura perdonare all'ingratitudine e perfidia loro, senza curarsi, per la umanità e benignità dell' imperadore, di gastigargli, come per la fellonia commessa, e per la ribellione loro, meritato aveano. Non si dubitava che queste parole venisseno da Roma dalla bocca di Clemente, e si dicessero con consentimento di Cesare ; e benché gli ambasciadori replicassero, Firenze essere, ed essere stata sempre libera e di sua ragione, non poterono altro cavarne, che la sopradetta conchiusione ; il perchè non sap-piendo altro che farsi, e non avendo mancato di profferire buona quantità di danari, se le cose s'assettasseno come do-veano, cioè che a Cesare si soddisfacesse colla pecunia, e a' Fiorentini rimanesse la loro libertà ; chiesero ed ottennero la seconda udienza, nella quale altro non si conchiuse, se non che Cesare disse loro alla scoperta, che non voleva trattare cosa alcuna degl' interessi suoi propri, se prima non si componevano le differenze, le quali erano tra Sua Beatitudine e la città; però, se volevano parlargli più, facessino d'avere il mandato libero. Venne il mandato amplissimo, ma con questa condizione, che in qualunche evento s'intendesse la libertà


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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