Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
42 storia fiorentina. [15-29]Messer Agnolo Poliziano, uomo di somma dottrina e giu-dicio, nella seconda pistola del primo libro indiritta a Piero de' Medici, vantandosi d' avere egli solo la vera origine di Firenze ritrovata, diversa da tutte quelle che tutti gli scrittori delle storie le avevano insino a lui assegnata, vuole, come fu il vero e come dimostrano le parole allegate dal Volterrano, che non Siila, ma i triunviri mandassono i soldati ? Fiesole; e allega 1* autorità di Giulio Frontino nel libro ch'egli scrisse al tempo di Nerva imperadore delle Misure de'campi, le quali son queste: Deduxere igitur Florentiam coloniam Triumviri C. Coesar qui deinde Augustus, M. Antonius et M. Lepidus etiam Pontifex Maximus, Coloni autem deducti Ccesariani milites quibus adsignata ducenta iugera per cardi-nes et decumanos. Quanto al nome, dice che Roma ebbe tre nomi, uno volgare e palese, cioè Roma; uno nascosto e segreto, cioè Amarilli; il terzo, il quale s'usava solamente ne'sacrifìci, fu grecamente Antusa, il che non vuole altro significare che Fiorente, o più tosto Flora, o veramente Fiorenza: e vuole anco egli che appresso Plinio la voce Fluentini sia scorretta, o se pure sta bene, che Fluentini si chiamassono dagli antichi tutti quei popoli, i quali lungo il fluente, cioè presso le rive d'Arno, abitavano; i quali Fluentini, edificata che fu la città e condottavi la colonia, si trasmutarono in Fiorentini.
E non m'è nascoso quello che alcuni dicono, cioè Firenze non essere stata chiamata dalla sua prima origine, nè Fluen-tia dal fluente, nè Fiorenza o Florentia da Fiorino o dal fiore, ma Forentia dal fòro, cioè dal mercato che quivi si faceva, o Flumentia dal fiume; nè mancano di quelli, i quali la dicono Ferentia dal portare. Ma non comporta la gravità della storia, che si debbiano raccontare tutte le oppenioni eziandio di coloro che non dicono nulla ; perciò che eolla medesima agevolezza potrebbe chiunche volesse, dire,"seguitando cotali etimologie, che ella fusse stata chiamata Furentia, o in alcun altro modo somigliante. E qual maggiore vanità, o più perduta opera sarebbe che il volere le ridicole oppenioni d'alcuni moderni con ragioni o con autorità confutare ? i quali dietro gli scritti di frate Annio viterbese, o d'altri in gran
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