Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
44 storia fiorentina. [1529]mente tre cose: la prima, che Firenze fu da prima municipio e non colonia; la seconda, che Siila non vi mandò i suoi soldati per ristorarli, ma la vendè a chi più ne dava; la terza, che essendo Firenze al tempo di Siila non solamente municipio, ma municipio splendidissimo, cioè terra che riconosceva bene i Romani ed era loro sottoposta, ma che viveva però colle sue leggi, eparticipava degli onori di Roma, venne ad essere edificata prima di quello che dicono gli Storici, sebbene non si sa nè il quando appunto, nè da chi propriamente: onde se si concede all' antichità, come afferma Livio nel suo proemio, senza allegarne altra ragione o autorità, che ella possa, per fare i principii della città più santi e più venerabili, mescolare le cose umane colle divine; non è gran fatto che dell' edificazione di Firenze si trovino tante e tanto diverse oppenioni. La nostra è, che Firenze avesse il principio suo da'Fiesolani, il che testimonia Dante, quando del popolo fiorentino favellando dice :
Ma quello ingrato popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico, x E tiene ancor del monte e del macigno,
Ti si farà, per tuo ben far, nimico.
Ed è verisimile quello che con Niccolò Machiavelli dicono molti : che i Fiesolani, essendo Fiesole loro città posta in cima del monte, come ancora oggi si vede, avessero per maggior comodità ordinato, che i mercati loro non in sul monte si facessero, ma nel piano; onde nacque, che i mercatanti per avere dove riporre le mercanzie loro, e ricoverare se medesimi, cominciarono a farvi alcune botteghe e abitazioni d'asse, le quali a lungo andare in case e altri edifici si convertirono: laonde molti, parte sbigottiti dall'asprezza e salvati-chezza del monte, il quale è ancora oggi erto, sassoso e dirupato per tutto, e parte allettati dalla dolcezza e dimestichezza del piano, vennero ad abitare o in quel luogo proprio, o ne' suoi contorni, di maniera che a poco a poco crebbe tanto, che si poteva annoverare, come testimonia Floro, tra le più chiare terre d'Italia; e crediamo che Firenze, quando fu venduta da Siila, ed infino che Gaio Cesare, e Marco Antonio, e Marco Lepido, avendosi dopo il triunvirato diviso l'imperio del mondo, vi mandarono per colonici soldati di Cesare, sempre
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