Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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la benignità di Dio scampò sana e salva il furore di Totila. Al che s'aggiugne che l'Aretino nella Guerra de' Gotti scrive, che trovandosi Iustino in Firenze assediato dalle genti di Totila, chiese ed ebbe soccorso da Cipriano e da Giovanni, i quali erano capi delli eserciti romani in Ravenna; per lo quale aiuto essendosi i Gotti ritirati a Marcialla1 luogo discosto a Firenze una giornata, si venne a sciogliere l'assedio; e secondo che egli medesimo poco di sotto testifica, non ritornarono ad assediarla pià, dubitando delle genti nemiche, ancora che elle insieme non fussero, ma sparse per le terre di Toscana, e anco perchè soprastava l'inverno: e poco di poi scrive, come i capitani romani, standosi dentro le mura, attendevano solamente a difendersi contra i nemici, e avendo scompartito tra sè le città, Giovanni governava Roma, Bessa Spoleto, Cipriano Perugia, e Iustino Fiorenza. E quello che mi rende più dubbio è, che Agazio, il quale scrisse grecamente delle guerre de' Gotti, cominciando dove lasciò Procopio, cioè da Teia, il quale dopo la morte di Totila fu creato capitano de* Gotti, dice, che Narsete eunuco, il quale fu mandato da Giustiniano imperadore in luogo di Belisario, non potendo espugnare non so qual terra, deliberò di non volere impiegare in quell' impresa tuJAe le genti, ma andarsene a Fiorenza e Civitavecchia, terre allora piccole di Toscana, e quivi ordinate tutte le cose opportune, prevenire la venuta de'nimici: e nondimeno pare cosa certissima, che Firenze fusse (come si dice oggi ) smantellata ; perchè oltra le autorità allegate di sopra, dice il Volterrano con molti altri, che le mura di Firenze s'accrebbero tre volte; e quello che è più, Paulo Emilio da Verona, che scrisse le Storie de' Franchi e de' Franzesi, dice, che Carlo non lasciò nulla a fare per accrescere ed ornare l'Italia, e soggiugne, che egli rifece Firenze, e dice rifece, e non ristaurò. E Donato Acciaiuoli, la cui bontà fu pari alla dottrina, la quale era grandissima, nella Vita eh' egli scrisse latinamente di Carlo Magno, dice, eh' egli, posciachè ebbe ricevuto la grandissima dignità dell' imperio, faccendo la via per la Toscana, mentre se ne ritornava in Francia, ritornò
' Cosi il codice P. Lo stampato, Mucialla. Marcialla è il nome di an castello forte venti miglia lontano da Firenze, presso la via di Siena. varchi. — 3. 5
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