Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
96 storia fiorentina. ' [1529]sissimo luogo, e più che da infimo stato di staffiere, era per la sua virtù a tal grado e a tanta altezza salito, e tanto da Cesare stimato e tenuto caro, che niuno, se non forse il marchese del Guasto, a cui non mancava cosa nessuna fra tutti i capitani cesarei, gli stava di sopra; e se egli non fosse stato crudele di natura e troppo orgoglioso, si sarebbe per avventura potuto annoverare, se non il primo o il secondo, almeno il terzo dopo Consalvo Ferrante, chiamato il Gran Capitano. Fece il principe, tutto pieno di mal talento per la morte di sì gran condottiero, il quale tutto quell' esercito e tutta quella guerra governava, piantare a quella torre l'artiglieria, e impetuosamente batterla; per lo che monsignore Leone più da prete che da soldato, e i capitani di Malatesta non curando de' terrazzani e più alla vita pensando che all' onore loro, s'arrenderono a' primi colpi, patteggiando che le loro persone, dovendosene uscire senz' altr' arme che una spada sola, fussono salve con tutte le robe, le quali eglino portare addosso potessono, nè fosse loro lecito per tre mesi pigliare soldo e adoperarsi nè contra Cesare nè contra il pontefice, e la terra rimanesse a discrizione. Ma i soldati nelT uscir della terra furono, contra la fede data loro dal principe, quasi tutti svaligiati, cagione forse che anche da loro non furono poi i giuramenti fatti, osservati. Il castello, nel quale trovarono grandissima copia di vettovaglia, fu da' Tedeschi e dàgl' Italiani perfidiosamente e con gran crudeltà saccheggiato; e perchè il capitano Giovambatista Borghesi era uscito fuori a trattar r accordo con messer Fabio Petrucci fuoruscito anch' egli di Siena, ed in buona grazia del principe, fu chi di poca fede e chi di troppa viltà l'accusò.
IV. Filiberto dopo la presa e sacco di Spelle, che segui il giorno delle calende di settembre, stava grandissimamente dubbio e sospeso, perciocché andare a Firenze lasciandosi dietro Perugia, senza manifesto pericolo non potea, e pigliar Perugia, la quale è fortissima di sito, e nella quale aveva Malatesta, oltra le genti sue proprie, tremila fanti vivi1 de' Fiorentini, era piuttosto impossibile che malagevole, laonde
' Cioè, Effettivi, Che erano in effetto, e non in nome, di quel numero.
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