Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1529] LIBRO DECIMO. 99
volta d'Arezzo, e quivi accozzatosi colle genti del commessario si fermasse.
Ma quando Giovambatista giunse, Malatesta aveva di gią, senza aspettare altra licenza o commessione, capitolato da sč, o per farsene grado ancora co' suoi cittadini, o per dubitare che i Fiorentini, come era avvenuto, le loro genti non gli to-gliessero. I capitoli furono molti, ma questi i pił importanti : Che 'l signor Malatesta dovesse lasciar la cittą di Perugia libera e spedita agli agenti del papa, uscendo d'essa con tutta la gente pagata da' Fiorentini, in cotal maniera, che il giorno dinanzi a quello che Malatesta partisse, il principe se ne dovesse andare con tutto il suo esercito al cammino delle Taver-nelle, e in quello alloggiamento fermarsi almeno un giorno ; e brevemente, che Oranges non potesse in modo nessuno dare alcuno impedimento nč a lui, nč alle sue genti, nč alle sue robe, nč dannificare o molestare nč il contado di Perugia, nč gli stati di lui, nč de' suoi o parenti, o amici, o aderenti. Dovessero nondimeno i Perugini quanto maggior quantitą di vettovaglia potevano, provvedere, e loro venderle per giusto e ra-gionevol prezzo. Che alla moglie, figliuoli, parenti e amici raccomandati, e altri aderenti del signor Malatesta fosse conceduto lo stare in Perugia a loro beneplacito, e godere le robe loro, e a lui fosse lecito trarre di Perugia dodici pezzi d'artiglieria, e mandargli a Peserņ, o dove pił gli piacesse nello stato d' Urbino: ma non si potesse gią servir d' essi nč contra la Santitą di papa Clemente, nč contra la Maestą di Carlo im peradore. Che nč i signori Braccio e Sforza Baglioni, nč i loro aderenti potessono conversare in Perugia, nč nello stato del signor Malatesta o de' suoi parenti; fosse ben tenuto Malatesta lasciar loro la possessione delle case e delle robe loro che fus-sono liquide e chiare, e di quelle che fussono dubbie e controverse se ne dovesse stare alla dichiarazione del reverendissimo Antonio cardinale di Monte, legato in quel tempo dell' Umbria, chiamata oggi il ducato di Spuleto. Che il cavaliere di Monte-sperello fra il termine di dieci giorni dovesse essere rilasciato, ed al signor Malatesta tutto quello era stato tolto, restituito, senza far menzione alcuna di ser Vecchia, il quale, come di sopra si disse, era stato preso ed insieme con esso lui sostenuto.
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