Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      112 STORIA FIORENTINA. ' [1529]ma nessuno accettò : onde egli con patto che non potessero in quella guerra servire contra Cesare, diè loro licenza; ma eglino, non avendo altri mantenuto la fede a loro, non pensarono d' essere obbligati a doverla mantenere altrui. Carlo e Giuliano rimasero amendue prigioni trovandosi nella ròcca, nella quale gli Spagnuoli fra danari e gioie insegnate loro da Morgante Corsi, figliuolo del provveditor fiorentino, tolsero alle donne che quivi co' loro miglioramenti rifuggite s'erano, la valuta di più che tremila fiorini. Nè voglio lasciare indietro, come tre insegne d'Italiani, promettendo ad alcuni Cor-tonesi di volergli salvare dal sacco ed occisione degli Oltramontani, se gli lasciavano entrar dentro, avevano incominciato a salir le mura, e senza dubbio sarebbono scesi nella terra, ed arebbonla saccheggiata, perchè tutti gli altri capitani con tutti i loro soldati erano nella ròcca, se non che il capitano Goro, il quale con Cristofano Nacchianti da Montevarchi suo banderaio ed altri soldati andando diligentemente circuendo le mura, vi s' abbattè, e con maraviglioso ardire gli ributtò; onde ancor oggi confessano i Cortonesi d'essergli in obbligo non solo delle persone e della roba, ma ancora dell' onore. E perchè il capitan Ridolfo si portò non meno umanamente verso loro che ferocemente contra i nimici, lo fecero con gra-tissimi animi loro cittadino, e gli donarono cortesemente case e possessioni, le quali egli ancora oggi felicemente si gode. E certo che la colpa di perdere Cortona, la quale con ogni piccolo soccorso si sarebbe potuta difendere, si può cosi alla molta o negligenza o impotenza de' Fiorentini, come alla poca o fede o ubbidienza de' Cortonesi attribuire.
      XIII. Gli uomini di Castiglione Aretino, ovvero Fiorentino, come dicono essi, ne' quali si può lodare più l'animo di volersi che la credenza di potersi tenere, mandarono a Firenze a chiedere, come buoni sudditi, per porre le loro proprie parole, un poco d'artiglieria e un poco di munizione, e cosi un capo, il quale mediante la sua autorità potesse le loro differenze terminare, e tenere d'accordo i terrazzani co' contadini, tra' quali erano nati e ognora nascevano de' dispareri. Ma a' Fiorentini, occupati in cose maggiori, pareva fare assai se, come dicevano, difendevano il cuor solamente senza curarsi


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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