Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      h6 STORIA FIORENTINA. ' [1529]del principe la libertà agli Aretini, sempre da loro grandissimamente desiderata, ed altra volta non so se temeràriamente, ma bene infelicemente tentata.1 II perchè eglino sotto quel dolcissimo nome cominciarono a spregiare le commessioni di Clemente, e non pure non vollero accettare i mandati e commessari suoi, ma cacciarono forzatamente da Castiglione quello il quale a suo nome v'era stato mandato; del che molti si maravigliarono in Firenze, i quali s'erano dati a credere, che gli Aretini stessino ben malvolentieri sotto il giogo de' Fiorentini, ma non già sotto l'imperio della casa de' Medici. Certa cosa è, che eglino, non solo desiderando, ma sperando ancora di dover viver liberi sotto la protezione dell' imperadore, non pur si fecer beffe delle commessioni del papa, cagione che egli perseguitò poi, e fece impiccare in Firenze il conte Rosso ; ma mandarono ancora a riconoscere i confini, e governar le terre antiche del lor contado, e tra gli altri messer Giorgio Ricoveri commessario a Bibbiena, Bernardino Mariscalco a Civitella, Iacopo Marzuppini al Bucine, il quale era tanto parziale della libertà d'Arezzo, eh' egli, passando per quindi un del contado di Firenze, voleva a ogni modo farlo a onta e dispetto de' Fiorentini rinnegare marzocco, e gridare cavallo, cavallo; ma colui, chiunque egli si fosse, stette a patti di lasciarsi più tosto impiccare per la gola, che di volerlo contentare o nell'una o nell'altra; tanto possono ancora negli animi contadini, o l'ostinazione de' cuori, o l'affezione delle parti. Avevano gli Aretini, prima che si ribellassono, fatto fare nascosamente in Siena più bandiere dentro vi il cavallo sfrenato, loro insegna; e poiché s'erano ribellati si sottoscrivevano, ma latinamente, in questa sentenza : 1 priori della repubblica aretina. Batterono quattrini ed altre monete, che avevano da una banda San Donato lor protettore, e dall' altra il cavallo senza briglia, con lettere che dicevano: Arre tu Civitas. Posero l'arme dell' imperadore in più luoghi pubblici tutta messa a oro con questo verso di sotto, cavato dal cantico di Zacche-
      < Il che fa nel 4502. Vedi nel voi. I dell' Archivio Storico Italiano la relazione di quella ribellione scritta dal canonico Pezzati.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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