Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1529] LIBRO DECIMO. 117
ria : Ut de manu inimicorum nostrorum liberati, servia-mus tibi. Prowiddero continuamente il campo di vettovaglie, di marraiuoli e di tutto quello che poterono abbondantissimamente : sopra le quali cose era provveditore generale Bernardino Serragli ; e credesi, che l'esercito imperiale, se si fosse tenuto guardato Arezzo (il che malagevolmente si poteva fare, non avendo pensato prima di fortificarlo), dimorare lungo tempo sotto Firenze non arebbe potuto.
XVII. La perdita e ribellione d'Arezzo accrebbe il timore e lo sbigottimento dell' universale in tanto, che molti, dicendosi per tutto che l'esercito veniva innanzi, cominciarono a fuggirsi della città: e più se ne sarebbono fuggiti, ancoraché le porte si tenessero guardate, se non fosse stata la virtù della milizia; la quale, ragunandosi ciascun capitano, e standosi tutto '1 giorno e gran parte della notte con la sua banda armata nel suo quartiere e gonfalone, quanto rassicurava e rallegrava i cittadini che quindi passando gli vedevano tutti in ordine, tanto spaventava e faceva stare a segno e in cervello i soldati. Al che s'aggiugneva 1' animosità e diligenza del gonfaloniere, il quale con istudio incredibile faceva sollecitare i ripari, e massimamente i bastioni di San Miniato, dove si lavorava continuamente e di forza, non solo il giorno tutto quanto, ma ancora tutta quanta la notte al lume di torchi; e pareva che come i soldati facevano a gara coli' opere, cosi i giovani fiorentini gareggiassero con i soldati, a chi più si studiasse di lavorare.
XVIII. Ma quanto cfebbe il sospetto, tanto rinforzò il lavoro; posciachè si seppe il certo della legazione de'quattro ambasciadori al papa, la quale non ebbe nè miglior principio, nè miglior fine, ma bene più tristo mezzo di quella de' quattro oratori all'imperadore. Non partirono questi tutti insieme a un tratto, ma l'uno dopo l'altro, ed ebbero ciascuno delle fatiche a condursi a Roma, perchè, sanzachè le strade erano rotte e mal sicure in ogni luogo, come arrivavano in Siena erano appostati dagli Spagnuoli, e quando si partivano, perseguitati e svaligiati : e non ostante che avessero il salvocondotto da' Signori sanesi, a Iacopo mancò poco eh' egli non fusse preso, e a Pierfrancesco non punto; e i due
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