Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      STORIA FIORENTINA.
      ' [1529]non i gonfaloni, ma gli uomini deliberavano; e ciò occorreva quando, essendo le sentenze pari o poco differenti, o quando per non esser d'accordo, si chiedeva e s'otteneva che'1 partito colle fave, e non a voce, si cimentasse.
      XX. Fecesi adunque, siccome io aveva incominciato a dire, una Pratica larga e generale, alla quale furono, oltra il consueto, chiamati messer Luigi della Stufa, messer Matteo Niccolini, Ottaviano de'Medici, Luca degli Albizzi, Francesco Anton Nori ed altri della parte de' Medici. Messer Francesco Guicciardini, uomo, come i più di quella casata, altiero e superbo, e, come dottor di leggi, ingiusto e avaro, ma riputato molto e di grandissima intelligenza ne' governi degli Stati, tosto che Oranges pose il piè in su' confini, come aveva fatto prima di lui Baccio Valori e alcuni altri, si fuggi. Credeva messer Francesco, o voleva che altri credesse, sè aver liberato nel caso del venerdì la città di Firenze dal sacco, e gli pareva di non essere stato di cosi gran benefizio nè dal popolo nè da'Medici, non che rimunerato, riconosciuto; il perchè si stette tutto quel tempo, e fu lasciato stare, giovandogli più il parentado contratto con Niccolò, che il benefizio fatto, secondochè egli diceva, o al popolo o a' Medici, senza travagliarsi delle cose pubbliche, ora in Firenze e quando in villa : nel qual tempo si crede eh' egli buona parte componesse delle sue Storie; le quali, per quel poco che n'ho veduto e posso giudicare io, mi parvero, s'egli avesse o saputo o voluto osservare non tanto gli ammaestramenti di leggiadramente, quanto le regole di correttamente favellare e scrivere, da doversi in alcune parti più tosto comparare alle antiche, che referire alle moderne: giudico bene, che più l'Italia, che la città di Firenze gli debba restare obbligata. Fuggironsi ancora di Firenze Ruberto Acciaiuoli, Alessandro Corsini, Alessandro de'Pazzi e molti altri Palleschi, con sommo piacere di Clemente, il quale per mezzo di messer Giovanfrancesco da Mantova aveva, che eglino si partissono, procurato; volendo mostrare non esser falso quello ch'egli a Oranges affermativamente predetto aveva, cioè che tutti i cittadini di;conto, tosto eh' egli s'accostasse a' confini coli' esercito, abbandonerebbono la città, parte per l'affezione che gli


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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