Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 529] LIBRO DECIMO. 133
      XXXI. Tornò ancora Michelagnolo Bonarroti, il quale dimandato in Roma a nome mio da Giovambatista Busini, perchè egli da Firenze partito si fosse, rispose : Il signor Mario Orsino, del quale era intrinsichissimo amico, avergli detto un giorno nel ragionare, che temeva fortemente, non Malatesta accordatosi col papa dovesse far tradimento. La qual cosa avendo egli, come uomo leale e zelante della salute della sua patria, riferito incontanente alla Signoria, il gonfalonier Carduccio, ripresolo piuttosto come troppo timido e sospettoso, che lodatolo come molto cauto e amorevole, mostrò di tener poco conto di cosi fatto avvertimento ; onde egli, tra per questa paura, e perchè Rinaldo Corsini non rifinava di molestarlo a doversi partire insieme con esso lui, affermando che la città fra pochissime ore, non che giorni, sarebbe stata tutta nella potestà de'Medici, fatto cucire in tre imbottiti a guisa di giubbone dodicimila fiorini d' oro, con detto Rinaldo e con Antonio Mini suo creato se n'usci di Firenze non senza qualche difficoltà, ancoraché egli uno fosse del magistrato de' Nove della milizia, per la Porta alla Giustizia, come meno sospetta, e conseguentemente come meno guardata. Giunto in Ferrara, fu dal duca Alfonso, il quale, mediante le liste che gli mandavano ogni sera gli osti, sapeva il nome di chiunque entrava ciascun giorno nella terra, mandato per alcuni suoi gentiluomini a chiamare; e fattogli tutti quegli onori e cortesie che si potevano maggiori, cercò di ritenerlo con onestissime condizioni appresso di sè; ma Michelagnolo, rendute a Sua Eccellenza le debite grazie, e per mostrare che non aveva bisogno di cosa alcuna, e anche per non esser vinto di cortesia, offertole tutti i danari che con esso portava, e non volendo rimanere ad alloggiare in palazzo, se ne ritornò all' oste ; ed egli il suo viaggio seguitando col Mini se n' andò a Vinegia, perchè Rinaldo per non incorrere nelle severissime pene del bando, lasciato Michelagnolo, se ne tornò a Firenze. Il qual Michelagnolo arrivato che fu a Vinegia, per fuggir le vicitee le cirimonie, delle quali egli era nimicissimo, e per vivere solitario, secondo l'usanza sua, e rimoto dalle conversazioni, si ritirò pianamente nella Giudecca, dove la Signoria, non si potendo celare la venuta d'un tal uomo in tanta città, mandò
      tabclll. — 8.
      Góogle


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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