Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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STORIA FIORENTINA.
' [1529]due de' primi gentiluomini suoi a vici tarlo in nome di lei, e ad offerirgli amorevolmente tutte quelle cose, le quali o a lui proprio, o ad alcuno di sua compagnia bisognassono : atto che dimostrò la grandezza così della virtù di Michelagnolo, come dell' amore di quei magnifici e clarissimi signori alla virtù. Dispiacque in Firenze maravigliosamente la perdita di cotale uomo, e se ne fecero molti e vari rammarichi, essendosi partito appunto in quel tempo, nel quale avevano piuttosto necessità, che bisogno dell' opera sua ; onde commessero caldissimamente in Ferrara i Dieci della guerra a messer Galeotto Giugni, che vedesse per ogni modo di doverlo disporre a tornare, promettendogli sopra la fede loro, tutte quelle cauzioni e sicurtà, eh' egli medesimo sapesse chiedere e dimandare, e a lui mandarono per Bastiano scarpellino, il quale era grandissimamente suo affezionato, un amplissimo salvocondotto infino a Vinegia. Dalle quali cose mosso Michelagnolo, e parendogli pure d i non dovere abbandonare la patria in tanta necessità, non ostante che fosse stato aiutato e favorito non solo, ma nutrito e onorato dalla casa de' Medici, si partì incontanente per la via della Garfagnana, e non senza qualche difficoltà e pericolo della sua persona se ne ritornò a Firenze, dove con gran letizia dell' universale, e non piccola invidia di molti particolari, fu subitamente raccolto e messo in opera.1
1 Corrono oramai sedici anni che fa mossa la qnestione se Michelangelo per panra, o per altro più vero e più giusto motivo abbandonasse la patria. E perchè ad alcuno parve che la prima cagione fosse grave macchia alla fama <1i tanto uomo, s' ingegnò di far credere altrui che la partenza sua dalla città fosse per segreta commissione della Balia. Ma non si accorse che la lettera della Signoria di Firenze a Galeotto Giugni suo oratore presso il duca di Ferrara, la quale parla veramente di questa segreta commissione, è del 28 luglio del <529, mentre la fuga di Michelangelo dalla città accadde nel settembre di quel medesimo anno. E che egli fuggisse per paura da Firenze, oltre la testimonianza del nostro Storico e del Nardi, manifestano ancora le proprie parole del Buonarroti riferite dal Busini nella XII sua lettera al Varchi, e più d'ogni altro la deliberazione della Balia del 50 di settembre colla quale egli e molti altri Fiorentini, per essersi partiti dalla patria senza licenza, sono dichiarati ribelli. (Vedila riportata nel Prospetto Cronologico posto in fine della Vita di Michelangelo del Vasari nella Edizione Le Monnier.) Di più se il Buonarroti non fosse partito dalla patria per questa cagione , non a' intenderebbe come egli per mezzo dell' oratore Giugni facesse istanza per essere ribandito, e come la Signoria gli mandasse por questo effetto fino a Venezia un amplissimo salvo-condotto.
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