Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 529] LIBRO DECIMO. 143
tano Bernardo Strozzi, chiamato il Cattivanza, ed il capitano Benedetto, chiamato Betto, Rinuccini, e forse qualch'un altro erano in Pisa, e chi altrove. Erano quegli meglio che ottomila soldati si può dire italiani tutti, e tutti di buona anzi ottima gente, perchè v' erano quasi tutte le reliquie delle Bande Nere del signor Giovanni ; ed era cosa grande a dire, che niuno stette con queir uomo, ancoraché per ragazzo, non che per paggio, il quale non divenisse col tempo non solo capitano, ma capitano eccellentissimo. Disegnavano i Fiorentini di volere tenere non pur Firenze sola, ma Pisa, Livorno, Empoli, Pistoia e Prato, le quali terre erano tutte di soldati e di munizioni ba-stevolmente fornite. Avevano ancora preso maggiore animo, si perchè Filippo Parenti, cosi zoppo come egli era, aveva col capitano Francesco Tarugi da Montepulciano, il quale si portò insieme col suo banderaio più che valentissimamente, dato una mezza rotta alle genti di Ramazzotto, il quale, insignoritosi di tutte le terre del Mugello, faceva infiniti danni; e si perchè mentre la massa era ancora tra Feghine e l'An-cisa, essendo venuto il principe una mattina per iscoprir paese a desinare a Rovezzano nella villa de'Bartolini agli quattro d'ottobre si fecero alcune scaramucce tra' cavalli leggieri dell'una parte e dell'altra, e sempre que'de'Fiorentini n'andarono col meglio, chè non è possibile a dire quanto fosse grande l'ardire e l'accortezza del Bichi, così giovane come egli era, nò quanto quella dell'Arsoli, cosi vecchio; nelle scaramucce ancora, le quali si fecero in que'medesimi giorni molte e gros-sissime fra i fanti a piè, i nimici n' ebbero quasi sempre il peggiore.
XL. L'artiglierie le quali mandarono i Sanesi nel campo a Oranges, erano otto pezzi, quattro cannoni, una colubrina e tre minori pezzi; e benché fossero assai sollecitati di doverle tosto mandare, si durò delle fatiche innanzichè si potessero disporre a volerle concedere, e massimamente que' cannoni, i quali nella guerra di Siena nel ventisei avevano a Ruberto Pucci e Antonio di Bettino da Ricasoli, piùchea'Fio-rentini, miracolosamente tolti, ed in specie la Chimera, chè cosi si chiamava un bellissimo pezzo guadagnato da loro in quel medesimo tempo, per la negligenza ed incredibile dap-
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