Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 529] LIBRO DECIMO. 147
teccia di fuori de'qua* bastioni era di mattoni crudi fatti di terra pesta mescolata col capecchio trito ; il di dentro era di terra e stipa molto bene stretta e pigiata insieme. Fu biasimato da alcuni Michelagnolo d'avergli fatti con troppi fianchi e colle cannoniere troppo spesse, quasi venissero in tal maniera a indebolirsi, e ancora troppo stretti, ovvero sottili, dicendo, che l'artiglierie grosse facevano molto maggior passata, che non era la larghezza, ovvero la grossezza loro; a' quali mancamenti, se mancamenti erano, si poteva, essendo per altro bene intesi ed ottimamente lavorati, da i capitani pratichi, di cui è propria cotal cura, agevolissimamente rimediare. Ora ritornando di nuovo alla detta porta, per fornire le fortificazioni, e facendosi da man destra (donde forse doveva incominciare prima) dalla medesima Porta di San Francesco verso quella di San Giorgio, era vicino alle mura un bastione, dal quale su per un largo e sicuro fosso dirimpetto alla valle della Fonte alla Ginevera, dove era già il Lavatoio, si saliva alla Porta a San Giorgio, e perciò lo chiamavano il bastione della Fonte alla Ginevera. Dalla Porta a San Giorgio verso quella di San Piero Gattolini lungo le mura pur dalla parte di fuori, era un grande e maraviglioso bastione, il quale tutto quel piano occupava, che è dalla porta al luogo nominato il chiasso de' Buombigolli. E questi tanti e così fatti ripari erano tutti fuori della terra.
Dentro alla Porta di San Giorgio da man destra a quelli che escono fuori, era un lunghissimo bastione, il quale scendeva fino alla Porta a San Piero Gattolini, ed in quel mezzo sopra l'orto de'Pitti s'edificò poi un gagliardissimo cavaliere il quale, benché altissime, sopraffaceva le mura, ed in su questo si pose la grandissima colubrina gettata da messer Vannoc-cio Birtegucci da Siena, la quale pesò diciotto migliaia di libbre; aveva nella culatta una testa di liofante, e si chiamava da'fanciulli l'archibuso di Malatesta. E perché il poggio di San Donato a Scopeto scopriva ed era a cavaliere in guisa, che poteva battere tutta quella parte di Firenze la quale è tra San Pier Gattolini e San Friano, vicino alla chiesa di Ca-maldoli, vi si fecero con grand' artifizio e grandissima spesa più bastioni ed altri ripari: a traverso, lungo le mura tra leGóogle
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