Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 529] LIBRO DECIMO. 149
Mario Orsino con tremila in tremilacinquecento fanti fra tutti due, sotto ventiquattro capitani, dodici dalla parte d' occidente, i quali furono: Amico da Venafro, il quale con Lucio suo figliuolo guardava il cavaliere nell' orto di San Miniato, Ivo Biliotti, il signor Francesco dal Monte, Piero Bolzone, Mario della Bastia, Zagone dal Borgo a San Sepolcro, Ludi-cello e Tommasino Corsi, il signore Annibale da Todi, Bernardino da Sassoferrato e Barbarossa. I dodici dalla parte orientale furono: Ciuccio col Braciuola da Stia, Anton Bor-gianni, Francesco Tarugi, Domenico da Poggibonzi, Stefanino da Fighine, Niccolò da Sassoferrato, Cencio d'Agobbio, Niccolò Strozzi, Giovanni e Michele da Pescia e Marco da Empoli; i quali però s' andavano mutando e scambiando secondo 1' opportunità , e come a coloro pareva, i quali gli comandavano. A ogni porta si pose per guardia un capitano, ed il somigliante si fece in ciascuno de' luoghi o più deboli o più sospetti. Il signor Malatesta alloggiava in sul Renaio nell' orto de' Serri-stori, il signore Ottaviano Signorelli alla Porta a San Pier Gattolini, il signor Giorgio di Santa Croce e Iacopo Bichi con i loro cavalli in Borgo d' Ognissanti nella casa de' Giuntini in sulla piazza della casa de' Lenzi. Pasquin Corso col suo colonnello non ebbe luogo particolare, ma fu posto nel mezzo della città, perchè potesse soccorrere dovunque ricercasse il bisogno. Giovanni da Turino guardava da prima il bastione della Porta alla Giustizia, poi fu messo alla guardia di quello di San Giorgio. Iacopo Tabussi aveva in guardia quello della Fonte alla Ginevera; messer Leonardo Signorelli da Perugia, non meno ingegnoso poeta che pratichissimo ingegnere e valorosissimo capitano, andava riveggendo tutti i ripari e tutte le fortificazioni cosi fatte come da farsi, con grandissima diligenza. Costui per la molta sufficienza sua fu poco di poi condotto per capitan generale di tutte l'artiglierie della repubblica fiorentina, con amplissima autorità per un anno fermo e imo di beneplacito; ma egli in capo a sei mesi, con grandissimo danno cosi delle Muse come di Marte, ne fu acerbissimamente rapito, e la compagnia eh' egli aveva fu data a Raffaello da Cortona suo luogotenente. La milizia fiorentina, della quale era capitan generale il signore Stefano, si stavaw
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Orsino Amico Venafro Lucio San Miniato Ivo Biliotti Francesco Monte Piero Bolzone Mario Bastia Zagone Borgo San Sepolcro Ludi-cello Tommasino Corsi Annibale Todi Bernardino Sassoferrato Barbarossa Ciuccio Braciuola Stia Anton Bor-gianni Francesco Tarugi Domenico Poggibonzi Stefanino Fighine Niccolò Sassoferrato Cencio Agobbio Niccolò Strozzi Giovanni Michele Pescia Marco Empoli Malatesta Renaio Serri-stori Ottaviano Signorelli Porta San Pier Gattolini Giorgio Santa Croce Iacopo Bichi Borgo Ognissanti Giuntini Lenzi Corso Turino Porta Giustizia San Giorgio Tabussi Fonte Ginevera Leonardo Signorelli Perugia Muse Marte Raffaello Cortona Stefano Giovanni Iacopo
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