Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
154 STORIA FIORENTINA. ' [1529]scaramucciasse o da mattina o da sera, o poco o assai, e molte volte in più d'un luogo a un tempo medesimo; non ostante che Malatesta avesse espressamente comandato che nessuno potesse senza sua licenza o del suo capitano uscir fuora. E perchè gl'Imperiali non vollero acconsentir mai di voler fare a buona guerra co' giovani fiorentini, in nome, perchè dicevano, loro esser gentiluomini e non soldati, ma in fatti, per poterli, come danarosi,1 taglieggiare, erano iti bandi severissimi, che niuno della milizia pigliasse ardire di partirsi senza licenza dalla sua banda, per dovere ire a scaramucciare; e nondimeno non potevano tenersi di non uscire molte volte ora alla sfuggiasca * mescolati co' soldati, e ora ottenuta la licenza da' lor capitani ; e avevano tanto a male che i nimici non volessero nè avergli per uomini di guerra, nè mandargli alla stregua degli altri soldati, che Vincenzio Aldobrandini, avendo fatto e menato prigione uno Spagnuolo, in cambio di porgli la taglia, lo tagliò a pezzi; e '1 Morticino degli Antinori per la medesima cagione ne scannò un altro. Ma l'animo mio non è di volere raccontare delle scaramucce, se non quelle sole le quali mi parranno più degne di dovere essere, o per la quantità3 cosi de' feriti o presi come de' morti, raccontate; come fu quella nella quale i soldati, e con essi molti della gioventù fiorentina guidati dal signor Mario, oltra molti presi e molti feriti, n' ammazzarono d'intorno a settanta, e tra questi il capitano Cispa da Pisa e '1 capitano Bonifazio da Parma, e tra i feriti furono, oltre il capitano Anguillotto da Pisa, soldato di maraviglioso ardire, il signore Alessandro Vitelli d'un'archibusata in un ginocchio, ed il conte Piermaria da San Secondo d'un'altra nelle spalle, benché questi non grave, e quegli leggermente; conciossiacosaché di coloro i quali erano feriti punto gravemente ne scampavano pochissimi, o per la violenza del fuoco, usandosi archibusi assai ben grossi, o perchè molte delle palle erano amate, o ramate* che e' se le chiamassero, operqual-
1 Gravemente, aggiunge il MS. P.
> Sfuggita, il MS. P.
s Forse si deve aggiungere, o per la qualità, altrimenti la particella o non avrebbe qui la sua ragione.
* Amata che deriva da Amo eioò armata di nn uncino ; Ramata, per-
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Malatesta Imperiali Vincenzio Aldobrandini Spagnuolo Morticino Antinori Mario Cispa Pisa Bonifazio Parma Anguillotto Pisa Alessandro Vitelli Piermaria San Secondo Amo Ramata Amo
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