Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 529] LIBRO DECIMO. 157
ridurla sotto alcuna disciplina, se non ottima, non corrottissima; e coloro che dicono, ch'egli faceva troppo del signorGiovanni, e troppo voleva imitare i modi suoi, mostrano che sappiano male che un buon capitano non si può, non che troppo, imitar tanto che basti ; benché egli aveva innanzi agli occhi non meno Antonio Giacomini, col quale dicono che era stato, che il signor Giovanni de' Medici; e in somma Francesco Ferrucci con prudentissimo giudizio e consiglio voleva pagandoli liberalmente essere amato, e gastigandoli severamente, esser temuto da' suoi soldati.
Aveva il Ferruccio nella sua commesseria fatto in poco tempo, come quegli che era vigilantissimo e non lasciava passare l'occasioni, molte e molto belle fazioni, piuttosto da vecchio capitano, che da nuovo commessario, e trall' altre una bellissima contra gli uomini di Castel Fiorentino, i quali s'erano ribellati; e tanto più egli 1'aveva fatta volentieri, ed essa era stata più cara, quanto molti giovani fiorentini, sotto nome di commessa ri del papa, andavano facendo in tutte quelle contrade, siccome anche altrove, molto male; e tra questi Agnolo di Donato, detto comunemente Agnolino, Capponi, giovane di poco e di cattivo cervello, Giuliano di Francesco Salviati, il quale avendo il cervel nella lingua, e più che ricchissimo essendo, come andava gettando via il suo più che prodigamente, cosi vie più che avaramente andava cercando di guadagnare anzi di rubare l'altrui; ed il medesimo faceva Lionardo Buondelmonti, fratello del cavaliere, chiamato lo Smariuolo. Scrisse adunque a' signori Dieci ( le quali lettere contenenti il modo e l'ordine da lui tenuto, si lessero con grand' applauso e molta sua loda nel Consiglio grande pubblicamente)1 che gli bastava la vista, se loro signorie alcuni cavalli gli mandassero, di far qualche prova rilevata, e per avventura ripigliare San Miniato al Tedesco. I Dieci avendo, mediante la sperienza certissima di tutte le prove, conosciuto il valor suo, mandarono in Yaldipesa messer Iacopo Bichi ed il signor Amico d'Arsoli con cento cavalli, con ordine eh' egli mandasse fuora Musacchino co' suoi, siccome egli fece.
1 Queste lettere sono pubblicate dopo la Vita del Ferrucci scritta da Filippo Sasselli, stampata nel Voi. IV, parie li dell' Archivio Storico Italiano.
vahchi. -2. 14
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