Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
170 STORIA FIORENTINA. [1529]tano Barlolommeo Spiriti da Viterbo, il capitano Filippo lómbardo; ed il capitano Cesta da Siena morto, e stassi in dubbio del signor Pirro se è morto o no; e ne sono circa du-gento tra prigioni e morti, e moli' altri uomini di conto: il che tutto s'è inteso per lettere di detto commessario de' tredici del presente : la qual fazione ha dato non piccola allegrezza a tutto questo universale. Che è quanto dopo le nostre ultime dette ci occorre. Bene vale.
Ex Palatio Fiorentino die xiv decembris mdxxix. La sottoscrizione dicevaDecem viri libertatis et pacis.
La soprascrittaMagnifico oratori fiorentino apud Illustrissimum Dominium Venelum domino Bartolomeo Gual-terotti civi nostro carissimo.
Venetiis.
Quello che si dice nella lettera, che si dubita se il signor Pirro è vivo o no, fu perchè egli, mentrechè rincacciato arditissimamente combatteva, cadde col cavallo in una fossa piena di fango, onde si levò la voce eh' egli era, chi diceva affogato, e chi prigione; ma alcuni soldati amici suoi, ancoraché nimici, per salvarlo chiusero gli occhi, e gli fecero, come si dice, la via dell' Agnolo.1
LV. Il sedicesimo giorno di questo mese fu molto cattivo, e da dover esser sempre pianto da' Fiorentini, conciossiacosaché un colpo solo d'artiglieria togliesse loro sgraziatamente due grandissimi ed affezionatissimi capi in questo modo. Erano il signor Mario Orsino e '1 signor Giorgio Santa Croce, i quali non istavanò quasi mai l'uno senza l'altro, un giorno dopo desinare nell' orto di San Miniato, e ragionavano con Malatesta ed altri capi di voler fare ritirare in dentro, o alzare un puntone, il quale pareva loro che, sportando troppo in fuora, fosse troppo scoperto e troppo esposto a' colpi del*
4 Dichiara io stesso Varchi nel suo Ercolano, pag. H4, questa manieri di dire, o modo proverbiale che sia, dicendo: come titano i fanciulli, quando tcherxando fanno la via dell' Àgnolo, cioè danno un poco di campo, acciò ti potta teampare.
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