Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
180 storia fiorentina. [1529]pitan generale Francesco Maria della Rovere duca d' Urbino, non si fece mai in tanto tempo e con sì grandi occasioni cosa nessuna, la qual sia degna di memoria, in favore e onor suo; ma ben molte in suo disonore e disfavore, come fu quella, quando con tant' infamia sua e danno di tutto il mondo o non seppe, o non volle difender Roma.
LXIII. Ma per venire a cose più particolari, e più attenenti alla Storia nostra, è da sapere, che i Viniziani mancarono grandemente e manifestamente della fede e promesse loro a' Fiorentini; della qual cosa i più prudenti di loro si scusavano allegando, che i Fiorentini avevano mancato prima a loro non solo una volta, ma due; prima, perchè quando calò nello stato loro il duca di Brunsvich, essi non gli soccorsero come pareva che dovessono fare, e come avevano dato intenzione che fareb-bono; poi, quando senza saputa, non che licenza loro, mandarono i quattro oratori a Cesare: e in ciò non dicevano bugie, perchè si vietava nominatamente ne' capitoli. Ma questo non gli scolpa; conciossiacosaché dopo tutti quei mancamenti, senz'aver mai protestato loro cosa alcuna, promisero di nuovo più volte a' Fiorentini, prima, che non gli abbandoneremmo mai, poi, che mai non farebbono la pace se non universale, cioè inchiudendovi dentro i confederati, e particolarmente i Fiorentini. E messer Andrea Gritti proprio lor doge, uomo non meno prudente d'animo che bello di corpo, rispose all' orator Gualterotto (il quale domandò Sua Sublimità, se vero era quello che si diceva, che cercassero d'accordare con Cesare in proprietà), queste proprie parole : Questa repubblica non fece mai cose brutte, e non comincerà adesso. Ma che più? Quando l'esercito, avuto Cortona e Arezzo, si veniva accostando a Firenze, i Viniziani dubitando non i Fiorentini, veggendosi guastare così crudelmente tante e tanto belle possessioni, e ardere cosi barbaramente tanti e cosi superbi palazzi, dovessero calare cedendo al pontefice, mandarono al provveditore loro a Ravenna (mi vergogno dirlo) in servigio loro settecento scudi mozzi, ' perchè egli gli mandasse in Romagna a Lorenzo Carnesecchi commissario di Castrocaro
« Il MS. P. di moxxi.
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