Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1529Jlibro decimo.
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per farne dugento fanti ; e questo fu quanto soccorso e sussidio diedero in tutto 'I tempo della lega i Viniziani a' Fiorentini , ancoraché ne fossero molte volte e instantissimaraentericercati; e questo diedero loro non per aiutarli, ma per allettarli e trattenerli tanto, che essi avessero con migliori condizioni accomodato le cose loro. E sebbene dissero, che quello era un principio debole, ma che se i Fiorentini seguitassono di stare in cervello e di voler difendersi a ogni modo, essi seguiterebbono di soccorrerli e d'aiutarli; non però diedero mai altro che parole e buone promesse. Nè mancò in Firenze chi ricordasse a questo proposito quel proverbio vulgato, buone parole e cattivi fatti ingannano i savi e i matti; anzi, perchè non facessono accordo prima che avessono accordato essi, diedero intenzione di voler concedere loro tremila fanti, i quali nella venuta d' Oranges avevano per guardia di quello Stato a petizione del duca mandato in quel d'Urbino ; ma trovando poi quando una scusa e quando un' altra, or dicevano, che il duca per esser feudatario della Chiesa non se ne contentava, ma che disponessero lui, eh' essi eran disposti : e ora, che non era ancor tempo di doversi scoprir contra Cesare: e brevemente, facendo, come scrisse l'ambasciadore, a scarica barili, non gli concedettero mai. Ma che bisogna più ragionare ? quasi non sia manifesto che le leghe d'oggi o con principi o con repubbliche, penano tanto a sciogliersi, e non più, quanto dura o '1 bisogno o 1' utilità ; e quanto più solennemente stipulate sono e più santamente giurate, tanto pare che più agevolmente, qualora manca quella cagione per la quale furon fatte, si risolvano. E perchè in quel tempo per tutte le ville e castella, non che nelle città d'Italia, non si ' ragionava quasi d'altro, o scriveva, che dell'assedio di Firenze, ora lodandosi e ora biasimandosi, quando i Fiorentini, che stavano si o costanti od ostinati, e quando il papa, che voleva cosi pertinacemente vedere la desolazione della patria sua, secondo le passioni degli uomini, o gli accidenti delle cose che seguivano; i Viniziani andavano in sul Rialto e per la piazza di San Marco scusando sè e accusando i Fiorentini ; ed i Fiorentini dall'altro lato dolendosi di loro a cielo, come quegli che avevano di che, e tenendoli a loggia ne' cerchiel-
v Anciu. — 2.
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