Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
186 storia fiorentina. [1529jAlessandro, intesa la rotta, assaltato e preso Anghiari, se ne ritornò a Bracciano, dove assettate le differenze sue col papa e coli' imperadore, si gettò, mutata la croce bianca in vermiglia, dalla parte de' nemici, e scrisse a' signori Dieci per uomo a posta, dolendosi del mal trattamento de' sudditi, e di non esser stato provveduto da loro per intertenere i suoi fanti, offerendosi nondimeno a lor signorie di nuovo con tutte le forze sue. Onde si conosce essere non da motteggio, ma da dovero quello che alcuni affermano talora per giuoco e per ischerzo, e ciò è, che gli uomini dicono alcuna volta le bugie, e se le credono. I Dieci in luogo di querelarsi di lui, o di riprenderlo, posciachè gastigar noi potevano, scusandosi con sua signoria e offerendolesi ( a tanta indignità vengono spesso gli uomini deboli nelle repubbliche o non gagliarde o non bene ordinate) umilmente per una lettera del lor magistrato lo ringraziarono.
LXVII. 11 commissario e i capitani della città d'Arezzo, non ostante 1' accordo fatto (come di sopra si narrò), sap-piendo che il conte Rosso, col quale principalmente erano convenuti, aveva tutte le robe tolto de' Fiorentini, e ad altro non attendeva che a mandar continovamente vettovaglie e marraiuoli nel campo, o altra cagione che gli muovesse, cominciarono il dodicesimo giorno di novembre a tirare coli'artiglierie alle case, e, quando vedevano il destro, a uscir fuori e assaltare, per far prede e occisioni, in più luoghi vicini; il perchè gli Aretini, parendo loro che il conte o per non esser pratico non sapesse, o per essere cagionevole e infestato dal mal della migrana, non potesse, o per alcun altro suo fine non volesse porvi rimedio, e anco perchè era parte invidiato e parte odiato; fatto un consiglio generale, crearono sei nomini sopra le cose della guerra, dando loro tanta potestà, quanta aveva tutto il popolo. Costoro con danari parte del pubblico e parte de' privati, soldarono secento fanti, co' quali e con parte del popolo assediarono la cittadella, e avendo animo di volerla spianare (come poi fecero), non solamente la circondarono di trincee e di battifolli ed altri ripari, ma tentarono ancora di minarla, dandovi ora da questa parte e ora da quel-la, quando di giorno e quando di notte, molti e gagliardissimi
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