Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1529-1530] libro undecimo. -205
burrasca ed in cosi tristo temporale mi ricrea non poco e miconforta, è, che io nè piloto solo, nè voi soli rematori esser dovete, ma io non meno rematore che piloto, e voi non meno piloti che rematori; perciocché io non intendo di pigliare partito alcuno di momento nessuno, senza non dico la saputa, ma la volontà e deliberazione vostra. Vede ciascuno di voi, prestantissimi cittadini, e sente, rimbombando tuttavia d'ogni intorno l'artiglierie, in qual termine si trovi ora, e in quanto frangente questa nostra, non voglio dir misera e meschina, ma bene afflitta e travagliata città, alla quale mancano, si può dire, dalla giustizia della causa e l' ardire in fuori, tutte le cose; e niuno ha gli occhi della mente sì offuscati, che non vegga, che ci conviene fra poco tempo a uno di questi due partiti necessariamente venire, o combattere, o accordare; il combattere co' nemici è pericoloso, l'accordare col papa difficile; volendo noi, come vogliamo, non solamente confermare la libertà, e che ci sia restituito tutto quanto il dominio, ma ancora, che il presente governo non s' alteri in parte alcuna: per la qual cosa io per me, e così mi persuado di ciascuno di voi, prestantissimi cittadini, ho tutta la fede e speranza mia in Gesù Cristo figliuolo di Dio e nostro particolar re, in lui solo confido, a lui solo mi rimetto, alla cui onnipotente maestà non mancheranno modi di salvarci e di liberarci, quando a lei parrà che sia tempo, o che noi mediante l' opere nostre il meritiamo ; e già risuona da per lutto, che lo imperadore rispetto all' eresie luterane, e agli apparecchiamenti nuovi del Gran Turco per tornare a riassaltare l'Austria, sarà in breve costretto a dovere con tutte le sue genti ritornarsene nella Lamagna. Laonde io vi conforto, come so il meglio, e vi prego quanto posso il più, che seguitando di fare per l' innanzi come avete fatto in fin qui, vogliate modestamente comandare e prontamente ubbidire a chi si conviene, nè vi paia fatica di sovvenire in così grande e urgente necessità la dilettissima patria vostra, anzi voi medesimi e gli stessi figliuoli e le proprie mogli, perchè non vada a ferro e a fuoco ogni cosa, non solamente col consiglio, ma eziandio, quando bisognerà, di pecunia, pagando tostamente e volentieri quello che al comune vostro dovete, e tenendo fornita e abbondante la
vauchi. — 2. 48
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