Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1529-1530]libro undecimo.
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d'essere stato tamburato per qualche suo mancamento, egli andava e si tamburava o tutti o parte di coloro i quali erano di quel magistrato, all' ufficio del quale egli sospettava d'essere stato inquisito; onde quando il magistrato apriva il tamburo, chè lo aprivano ogni tanto tempo, trovando in essi i lor medesimi nomi, le più volte ardevano e stracciavano tutte le polizze e tamburagioni.
Trovandosi dunque tamburati il papa e i cardinali fiorentini, come io ho detto, gli Otto lo significarono al gonfaloniere, il quale, chiamata la Pratica, pose in consultazione quella querela nel Consiglio degli Ottanta, dove intervennero centrentuno senatori; e perchè le sentenze furono diverse, cioè tre, bisognò che si cimentassono colle fave, e però si mandarono a partito una per una. La prima, la quale diceva, che la querela, nella quale era notificato e querelato il papa co' cardinali, si dovesse seguitare secondo l'ordine della legge della Quarantia, nel modo che si fanno l'altre querele, ebbe ventinove fave nere. La seconda, la quale conteneva, che detta querela s'annullasse, nè se ne dovesse ragionare, n'ebbe cinquanzei. La terza e ultima, che cotal querela si sospendesse da' signori Otto, e si prolungasse per tutto il mese di marzo, ottenne, avendo avuto in suo favore novantadue fave nere. Ragionossi ancora, che si dovesse sospendere la Quarantia; la qual cosa sarebbe stata utilissima; ma erano tanto sdegnati i cittadini, che non si vinse, e vi fu chi propose che, non si potendo allora fare altra vendetta degli ambasciadori contra '1 papa, si dovesse almeno ardere e spianare infino da' fondamenti il palazzo de' Medici.
XX. Era Anguillotto da Pisa, capitano di maravigliosa forza e ardire, per isdegno avuto col conte Pier Maria suo colonnello, di pochi giorni innanzi passato con parte della sua compagnia in Firenze, la qual cosa era soprammodo dispiaciuta, non pure al conte solo, ma al principe stesso; i quali desiderando oltra ogni credere di vendicarsi di lui colla morte, stavano alle velette per appostarlo: e appunto fece il caso, che pare che alcuna volta venga con consiglio, che Anguillotto agli undici di febbraio usci fuori della Porta alla Croce per fare scorta a' contadini che andavano a far legname, col ca-
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