Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
226 storia fiorentina. [1529-1530]di poi si fuggi dalla città, e se n' andò nel campo de' nemici Lorenzo di Giovambatista Bracci dalle mulina del Prato, mentrechè, essendo venerdì, si faceva, come s'era comandato per bando, la processione; onde il di medesimo fu preso in Santa Maria del Fiore Zanobi suo fratello, e giudicato poi dalla Quarantia per tre anni nelle Stinche, e dalla medesima Quarantia fu confinato Agostino di Piero del Nero, perchè l'avesse servito del cavallo sopra '1 quale s'era fuggito,alle Stinche per cinque anni. Marco di Tommaso Bracci e Alamanno de' Pazzi, accusati come consapevoli e che vi avevan tenuto le mani, furono assoluti. /
XXIII. Il giorno di Berlingaccio, che fu il dì di San Mattia agli 24 fu coronato in Bologna, dove era concorsa tutta la nobiltà non solamente d'Italia, ma di tutta la Cristianità, da papa Clemente VII, Carlo V, il giorno proprio del suo natale e della vittoria sotto Pavia contra il Cristianissimo; della quale coronazione essendo stato e latinamente e toscanamente scritto da tanti e tanto particolarmente, non ne dirò altro, se non che ella mi pare, quanto alla pompa e magnificenza, maggiore ora quando io la leggo, che non mi parve allora quando io la viddi. Non si credeva che il papa gli dovesse dar la corona a Bologna, ma in Roma, secondo il costume antico, e innanzi andare a Siena per far prova di pigliar prima Firenze ; e si disse che fu consigliato a non gliene dare in Roma, perchè egli non vedesse a quanto sterminio e calamità avevano i suoi soldati condotto Roma. Ma la principale cagione fu, eh' egli era sollecitato di ritornarsene tostamente nella Lamagna, così da' Cattolici come da'Protestanti, perchè, desiderando Ferdinando d'essere eletto a re de' Romani e trovandovi dentro molte difficoltà, non gli pareva di poterle vincere senza la presenza e autorità sua; e i Protestanti avendo fatta quella lega cogli Svizzeri della quale fu favellato due volte, chiedevano alla scoperta un concilio libero, se non generale come desideravano, almeno nazionale, cioè della Magna solamente.
XXIV. Mentrechè Bologna era tutta in feste e giuoco per la coronazione di Cesare, maestro Benedetto da Foiano predicò nella sala grande del Consiglio, dichiarando mediante i
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