Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[f 530]libro undecimo.
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conoscendo i nimici che faticavano indarno, si rimasero di batterla, e i Fiorentini vi fabbricarono sopra un palco, e vi piantarono dell' altra artiglieria, e seguitarono di trarre con assai non men danno che paura di coloro che facevano la guardia nel cavaliere ; donde si può certissimamente giudicare, che se le torri non si levavano, era impossibile che gl'Imperiali s'accampassero come fecero, e assediassero Firenze.
XXXIV. Agli ventotto secondo gli astrologi, i quali pigliano il di a mezzo giorno, ma a'ventinove secondo i Fiorentini, i quali cominciano il giorno a sera finite le venti-quattr' ore, scurò il sole, della quale oscurazione temettero molti in Firenze, affermando che quandunque il sole eclissava, seguivano sempre tristi accidenti; e molti non ne fecero caso nessuno, dicendo, gli eclissi del sole esser cosa naturale, e che se pure l'oscurare del sole portendeva male alcuno, lo portendeva1 a'nimici, che cercavano occupare 1' altrui, non a'Fiorentini, che difendevano il loro.
XXXV. L'imperadore veggendo che le cose di Firenze andavano per la lunga assai più di quello che stimato non s'era, e non potendo per le cagioni narrate di sopra soprastare più lungamente in Bologna, aveva più volte ricercato Clemente, che dovesse con Alfonso duca di Ferrara accordarsi, e riceverlo benignamente in grazia, desiderando nel suo cuore ch'egli Modona e Reggio gli ristituisse. Ma il papa, il quale era, come si dice volgarmente, formica di sorbo, e voleva non meno che l'imperadore il suo per sò, gli aveva risposto sempre in un modo medesimo, cioè, che in questo non poteva compiacerlo, come arebbe desiderato, e ciò non tanto per cagione di Modona e Reggio, quanto perchè senza quelle due città, Parma^e Piacenza rimanevano in guisa sole e separate, che si poteva quasi dire che non fussono più della Chiesa. Perchè non vedendo l'imperadore altro modo di composizione, e volendo pure per soddisfacimento del duca, terminar questa lite a ogni modo, lo fece venire con salvocondotto a Bologna, dov' egli giunse a'sette
1 Prediceva, il MS. P. in ambedue le volte.
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