Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [f 530] libro undecimo. 243
      voler dare ogni di l'assalto, era nondimeno risolato di non poter pigliare la città, se non per assedio, e attendeva a impedire le vettovaglie il più che poteva, e di far trincee e altri ripari. In Firenze si cominciava a patire, anzi di già stranamente si pativa di companatico, e specialmente di carnaggio; ed il signor Malatesta fu il primo, che il dì del sabato santo in cambio di agnello fece ammazzare un asino in casa sua, dove si mangiò mezzo, e l'altro mezzo lo mandò a presentare in pasticci a questo suo amico e a quello : la qual cosa si credette poi non fosse fatta senza misterio, e tanto più, che la mattina stessa in sull' aurora erano comparsi alla porticciuola delle Mulina del Prato cinquantasei buoi e buona somma di salnitro, le quali cose mandava da Empoli (come più volte fatto aveva) il commessario Ferrucci, sappiendo quanto grande fusse in Firenze la carestia di tutte le cose, e massimamente del salnitro per far la polvere, il quale s' andava cavando giornalmente con estrema diligenza di tutti gli avelli e per ogni carnaio, e in specie di quello dello Spedale di Santa Maria Nuova.
      XL. Pochi giorni innanzi era stato uno di quei di che il volgo fiorentino in vece d'Egiziaclii, chiama Uziachi,' perchè, lasciando stare che Stefanino delle Doti fu decapitato per essersi egli trovato in compagnia di Piero di Giovanni del Fornaio chiamato Petruccio, il quale una sera feri a tradimento nella gola con un pugnale, mentrechè egli usciva di palazzo, messer Bernardino d'Arezzo rassegna de'signori Dieci, onde, essendosi fuggito colla paga nel campo nimico, ebbe bando delle forche ; Otto Cocchi si scannò, senza sapersi la cagione, da se medesimo, e un soldato avendo tocco un'ar-chibusata in scaramucciando in un piede, si fece caricare da un ragazzo l'archibuso e accender la corda, e poi mandatolo fuori, si mise 1' archibuso al petto, e dandogli fuoco s' ammazzò da se stesso; ed il medesimo giorno, che fu sabato agli nove, si fecero in piazza fuori dell'usato tre quistioni, ed in parecchi luoghi di Firenze si mise mano all'armi, si ferirono più soldati, e Lione d'Agnolo della Tosa, il quale
      1 Cioè infausti e malau{jurati. Vedi il Vocab. alla V. Osiaco.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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