Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      247 STORIA FIORENTINA. [1&29-1530]gnor Malatesta, e gli spose umilmente, che un cavaliere gentiluomo di que' di fuora desiderava di rompere una lancia con alcuno di que' di dentro. Malatesta gli rispose, che volentieri; e diè questa cura al Bichi, il quale, di molti che se gli offerivano, volle dare queir onore a un de*suoi, ed elesse il capitano Primo da Siena, portatore del suo guidone:1 perchè disegnato in un tratto il campo presso a' fossi delle mura a un trar di mano, i due campioni, dopo alcune scorrerie non meno maestrevolmente fatte che con leggiadria, montarono ciascuno sopra un giannetto bianco, e standogli a vedere intentissimamente (perchè s'era convenuto che 1' artiglierie non traessero) infinita moltitudine d'ogn' intorno, tosto dio la tromba ebbe dato il segno, si mossero con impeto incredibile l'uno verso 1' altro, e riscontratisi a mezzo il campo, la lancia del cavalier nimico si ficcò nell' arcione della sella del capitano Primo, e tutto che fosse ferrato, lo passò dal lato di dentro più che quattro dita, tantoché poco mancò che nollo infilzasse, l'asta si ruppe di rasente il ferro, ed il troncone per la forza del grand' urto gli usci di mano. Il nostro gli pose la mira al petto, credendosi di passarlo fuor fuora, o almeno di farlo cader della sella, e lo colpi con tanta possanza, che la lancia, ancoraché fosse grossa e massiccia, si spezzò in più parti, una delle quali nello scorrere gli passò il bracciale, e lo feri alquanto nella spalla sinistra. Fu tenuto questo incontro da chiunche lo vidde cosa bellissima, e fu giudicato che il vantaggio fosse anzi dalla parte di qua, che di là.
      XLV. Agli ventinove scesero di verso i Fratini e da Sant' Antonio del Vescovo forse cinquecento cavalli e gran numero di fanti, e appiccarono tra San Benedetto, cioè dove era il munistero di San Benedetto, prima che con tutti gli altri edifici d'intorno a Firenze si rovinasse, e San Cervagio, una piuttosto battaglia che scaramuccia co'Marzoccheschi. Onde Giometto da Siena, il quale faceva la scorta di San Salvi, sentito il romore, corse sopra un bellissimo cavai turco bianco con tutta la sua compagnia dietro a soccorrergli,
      ' Così chiamanvan8Ì coloro che portando la bandiera, erano come guidedell'esercito.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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