Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [f 530] libro undecimo. 249
      per maggio e giugno, i quali furono : Benedetto di Simone Folchi e Lorenzo di Filippo Gualterotti, per Santo Spirito; Agnolo di Girolamo Borgognoni e Amerigo di Giovanni Benci, per Santa Croce ; Giovanni di Mariotto dell'Amorotto, e Lorenzo di Mariotto dello Steccuto, per Santa Maria Novella; Filippo di Francesco Calandri e Vincenzio di Piero Puccini, per San Giovanni: ed il loro notaio fu ser Antonio di ser Francesco Albini da Prato.
      XLIX. Aveva cominciato a rincrescere la lunghezza dell' assedio alla maggior parte dell' universale, e i più prudenti conoscevano, che quanto più s'andava in là col tempo, tanto si peggiorava maggiormente di condizione; perciocché con altro vantaggio si fanno le cose quando altri può nolle fare, che quando è costretto di farle a ogni modo, o voglia egli o no, e tale aiuta uno che si regge in piò, che vedutolo sdrucciolare, non solo nollo sostiene, ma gli dà la pinta. Bisbigliava dunque tutto Firenze, e si levò una voce tra '1 popolo, che Malatesta non voleva vincere ; perchè bisognava fare un ultimo sforzo, ed uscir fuora ad assaltare i nimici, i quali, essendosi partito l'imperadore, e non avendo il papa di che pagargli, erano parte scemati, e parte discordi, e parte sparsi in questo contado e in quello per saccheggiarlo, vivendo di rapina la maggior parte, e cercando tutti per tutte le vie di predare con si fatta occasione ciascuno quanto sapeva e poteva il più, per tornarsene a casa ricco : solere i cattivi medici lasciare alcuna fiata indebolire tanto un infermo, eh' egli poi o non possa pigliar la medicina, o pigliandola non gli giovi e molte volte gli noccia, sicché ella sia non della sua salvezza, ma della sua morte cagione. Desideravano dunque universalmente che si combattesse; al che fare si offerivano i giovani della milizia prontissimi e il gonfaloniere colla Signoria e i signori Dieci sene sarebbono contentati, non avendo altra speranza, e quella oggimai molto debole ed incerta, che in Francesco re di Francia. La qual cosa venne subito all'orecchie di Malatesta, a cui erano d'ora in ora riferite non pure da coloro eh' esso teneva in più luoghi a posta1 per ciò, ma ezian-
      * Questa parola è nel MS. P.


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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