Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      252 . storia fiorentina. [1530]in Firenze. Dolse la sua morte infinitamente a tutta la città, e le fu di non piccol danno. Egli fu sotterrato il giorno di poi onoratissimamente nella Nunziata, e la sua compagnia si divise mezza a Mariotto da Modana suo luogotenente, e mezza a Girolamo d'Alessandria suo banderaio. Il figliuolo fu levato dal Monte colla sua compagnia, e assegnatogli le stanze nel convento di Santa Croce.
      LI. Ma, per tornare alla fazione della quale io aveva cominciato a dire, usci fuori quel giorno Malatesta avendo seco, oltre le sue lance spezzate, il signore Annibale fratello carnale del signore Ottaviano, il conte Sforza d'Ascesi, il capitano Ettore da Pordenone con alcuni altri, e si stette sempre nel fosso con Zanobi Bartolini, con Tommaso Soderini e Antonio Giugni commessali, avendo comandato severamente a' capitani, non che assalissero, ma che pigliassero il convento di San Donato a Scopeto. Era alloggiato in questo munistero, cosi rovinato com' egli era, e fortificato visi dentro Baracone da Nava, uomo d'ardimento incomparabile, con tutto il suo colonnello de' soldati vecchi spagnuoli, i quali riserbandosi al sacco, non s'erano curati infino a quel giorno di mostrare la loro virtù : ma con tutto questo, e col disavvantaggio che avevano del luogo, i capitani italiani messisi a corsa, e volgendosi a mano diritta, cominciarono, non ostante l'archibusate, le quali in gran numero erano loro tratte, a salire il poggio, nel quale difendendosi gli Spagnuoli gagliardissimamente, appiccarono una spaventosissima mischia, e tanto durarono, cadendone morti, ed essendone feriti dall' una parte e dall' altra, che quei capitani i quali io dissi essere usciti per la Porta a San Friano, percossero alle spalle degli Spagnuoli; onde la zuffa si rinforzò, inanimando Baracone i suoi colle parole come buon capitano, e ributtando i nimici co'fatti come ottimo soldato ; ma morto lui d'un' archibusata, gì' Italiani, non ostante che Federigo Ripalta, Maccicao e Boccanera succeduti nel luogo suo combattessero egregiamente, si spinsero innanzi, e gridando serra, serra, a viva forza avendo già preso il poggio, pigliarono ancora la chiesa, e mettevano gli Spagnuoli per la mala via; se non che il principe, corso al romore, e veggendo gli Spagnuoli al di sotto, mandò loro


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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