Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
260 . storia fiorentina. [1530]aveva cominciato a esaudirli) andarono a processione per tutto Firenze con suoni grossi, e quattro fanciulletti vestiti a uso d'agnoli innanzi. In que' di medesimi il capitano Barba-rossa uscito fuori con quattrocento archibusieri, scorse infino al Poggio alle Croci, e condusse in Firenze gran quantitą di vettovaglia d'ogni ragione, e fu per pigliare Giannino da Rassina, il quale le guidava per condurle in campo.
LYI. Agli sedici, fatta la rassegna generale dell'ordinanza della milizia fiorentina, che furono da' diciotto anni infino a' quaranta d'intorno a tremila, e da'quaranta fino a cinquantacinque circa dumila, si fece, cantata una solenne messa dello Spirito Santo, giurare ciascuno, toccando colla mano il libro aperto de'Vangeli, pubblicamente in sulla piazza di San Giovanni (nel mezzo della quale s'era fatto un altare a posta sopra un palco, con un baldacchino di sopra, sotto il quale stava la Signoria ed il gonfaloniere, allato al quale stava il signore Stefano), che non abbandonerebbono mai l'un l'altro, e sempre, mentre avessono spirito, la libertą di quella repubblica, ogni misera condizione e qualunche strema miseria, eziandio la morte stessa, pazientemente sofferendo, difenderebbono ; e Baccio Cavalcanti fece qn' orazione sopra la libertą, la quale fu'dalla maggior parte grandissimamente lodata.
LVII. Avevano i Fiorentini, per far danari in tutti que' modi e per tutti que' versi che sapevano e potevano, fatto un lotto de' beni de' rubelli, al quale si metteva un ducato per polizza, perchč non v' intervenissero fraudi (come spesse volte ne' maneggi di cosi fatte cose suole accadere), eletto commessari sopra i lotti, Simone Ginori e Cristofano Rinieri. Cominciossi a trarre pubblicamente ne'modi soliti agli diciotto, e se ne cavarono semila secento fiorini d'oro; e non molto di poi si propose e s'ottenne nel Consiglio maggiore, ma dopo che fu ita a partito undici volle, una legge, mediante la quale tutti gli argenti e tutti gli ori non coniati che si trovavano per le case, e non solo de' cittadini, ma di tutti gli abitanti in Firenze, eccetto i soldati, e medesimamente quelli di tutti i luoghi sacri, lasciati solamente i necessari al culto divino, si mandassero, fattine prima credi-
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