Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 530]libro undecimo.
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tori i padroni, in zecca: e se ne batterono monete d'argento, le quali da un de' lati avevano il giglio, e dall' altro la croce con una corona di spine: e, sebbene non valevano, si spendevano per un mezzo ducato, essendo ito il bando, che nessuno sotto pena di cinquanta fiorini potesse in modo alcuno rifiutarle. Con questi ori e argenti si tolsero ancora tutte le gioie le quali erano d'intorno alla croce d'oro del tempio di San Giovanni, e tutte quelle della mitra che donò papa Leone, quando fu in Firenze, al capitolo di Santa Maria del Fiore, per le quali fu mandato Lionardo Bartolini; e Bernardo Baldini gioielliere, chiamato Bernardone orafo, le stimò : il ritratto fra ogni cosa furono cinquantatremila ducati.
In questo tempo andarono ad abitare nel palazzo de' Sassetti cinque bande de'nimici, le quali ogni giorno, anzi ogn' ora venivano con quelle che guardavano la Porta a San Gallo, Pinti e Faenza, alle mani, o affrontando elleno loro,
0 essendo esse da loro affrontate ; e Raffaello di Giovambatista Bartolini, giovane non solo nella mercatura, nella quale egli, governando il banco e tutte le faccende di Zanobi e di Gherardo, s'era acquistato buonissimo credito, ma ancora arrisicato nell'armi, fu mandato per commessario del Mugello e a Marradi, ed in compagnia sua andò Anton Corso, chiamato Cardone, con tutta la sua compagnia: perciocché
1 Marradesi, e quelli de' Fabbroni massimamente, i quali s'erano prima ribellati, e avevano fatto contra la repubblica molto male, e in dispregio e derisione di Firenze avevano seppellito un Marzocco a suono di campane, mandarono dicendo alla Signoria, che se fosse loro perdonato, tornerebbono a ubbidienza, e farebbono, sendo aiutati, dimolto bene per la repubblica. Partirono di notte tempo, e per la via furono assaliti da un' imboscata di soldati e di contadini, i quali nella villa di Bivigliano sotto monte Asinaio, s'erano posti in agguato.
LVIII. Negli ultimi giorni del mese si sotterrò in Santo Spirito messer Iacopo Bichi da Siena con magnificentissime esequie, il quale alli diciannove era stato ferito co»: egli essendo uscito fuori della porticciuola del Prato per affron-
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