Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 530] libro undecimo. 267
      una di tre galee del principe d' Oria, accadde. eh' elleno, giunte a Livorno, passarono via a dilungo senza salutare, come è di costume, il porto; per lo che Beco Capassoni, il quale era conestabile della fortezza, credendole nemiche, fatto sparare contra loro l'artiglieria, ne sfondò una ; per la qual cosa, non ostante che i Fiorentini avessono mandato persone a posta per iscusarsi con Andrea, furono fatte dopo pochi giorni, non solamente molte prede di bestie grosse in Valdiserchio, ma eziandio rappresaglie in Genova e in Lucca e a Pietrasanta, traile quali rappresaglie furono alcuni farde-gli di Francesco, il quale per riavergli andò a Lucca e a Pie-trasanta più volte ; de' quali andamenti accortosi il capitano Cattivanza degli Strozzi, scrisse a'Dieci incaricando molto Iacopo e '1 figliuolo, che tenessero pratiche segrete co' ribelli della città. Questa lettera fu intrapresa da' nimici, e per consiglio, come si disse, di Giovanni Corsi, mandata a Palla Rucellai commessario per lo pontefice a Piètrasanta, il quale la mostrò a Francesco, che gli ragionava delle sue sete, e in su questa occasione gli disse : Tu vedi in qual concetto hanno te e tuo padre que' saccenti che governano lo Slato; il tuo e 'l suo meglio sarebbe che voi v accordaste con noi altri, e ci deste segretamente una porta di Pisa, il qual beneficio mai dal papa sdimenticato non si sarebbe. Era Iacopo uomo da bene e buon popolano, e quando il figliuolo gli referi cotali pratiche, e gli diede la lettera del Cattivanza, lo sgridò, dicendogli eh' egli era un ribaldo ; nondimeno, o mosso dall' amor paterno, o accecato del desiderio di ricuperar la seta, non solo non comunicò questo caso col podestà suo collega, il quale era Francesco di Simone Zati, ma diede licenza che alcune robe, le quali erano in Pisa di Palla, non ostante che fosse rubelk), per un vetturale chiamato il Tordo, segretamente gli si mandassero, non avendo avvertenza nò di stracciare o ardere la lettera, nè di far cansare il figliuolo. Queste cose venute a notizia del Cattivanza, che lo vegliava, e conferite da lui col Zati, furono scritte da loro per modo di querela in Firenze a' signori Dieci. I Dieci lo notificarono al gonfaloniere, il gonfaloniere chiamò la Pratica, la Pratica consultò che vi si mandasse di segreto un commessario


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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