Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 530]libro undecimo.
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fare non si potesse ; perciocché egli con poca gente e meno danari da pagarla, ma bene con molta industria e maggiore animosità, venne più volte alle mani con le genti del signor Leonello da Carpi presidente della Romagna ecclesiastica, e sempre diè loro delle busse; e quando Marradisi ribellò, egli vi corse colle sue genti, e non solamente, fatto impiccare alcuni de'capi principali che gli diedero nelle mani, levò l'assedio dalla rócca di Castiglione, la quale si teneva pe'Fiorentini, ma nel tornarsene, lasciatovi Filippo Parenti, il quale travagliò molto e molto diversamente in tutto l'assedio, affrontò messer Balasso di Naldo ed il capitano Cesare da Gravina, i quali andavano per soccorrerla, e gli misse in fuga con tutta la loro fanteria; e richiesto dal presidente che si dovesse tra loro far pace, rispose che, stante la guerra pubblica, non dovevano pacificarsi i privati. E perchè messer Giorgio Ridolfì priore di Capua, uomo sopra ogni credere ci-rimonioso, l'aveva posta a lui, se alcuno l'ammazzasse, o désse prigione, egli ebbe ardimento, non so se per beffe o per da do vero, di porre la taglia per bando pubblico a papa Clemente, a chi lo facesse prigione, o ammazzasse: cosa, che io sappia o creda, non udita mai più. Per le quali cose il presidente, avuto dal campo Cesare da Napoli col suo colonnello, e da Roma i propri cavalli della guardia del papa, messe insieme dalle quattro alle cinquemila persone, e con sei pezzi d'artiglieria s'accampò dintorno a Castrocaro, e gli diede la batteria e la battaglia più volte; ma Lorenzo co' suoi soldati, e con parte de'terrazzani, si difese sempre coraggiosamente, cacciandoli d'in su le mura dove erano saliti, e all'ultimo usciti della terra, gli fugò con grand' uccisione insino ai fini della Chiesa, i quali teneva di continuo tanto infestati, che il presidente lo mandò un' altra volta a ricercare per Giampa-golo Romei da Castiglione Aretino suo segretario, se non di pace, almeno di tregua, tantoché si vedesse quello che la guerra principale partoriva; ed egli non avendo più danari nè modo da farne, alla fine con onestissime condizioni per la città e per sè gliele concedette.
LXXII. Costui, per dir quello eh' io avrei volentieri taciuto, mandò il capitano Piero Borghini all'ambasciadorevarchi. — 2. 24
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