Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
288 . storia fiorentina. [1530]commessali in nome del papa; Taddeo Guiducci mandò un trombetto in Volterra con lettere indiritte al Consiglio di quella città/ ricordando a i Volterrani i beneficii ch'eglino avevano ricevuti dalla casa de'Medici, richiedendogli che volessero venire all'ubbidienza del papa, come avevano fatto tutte l'altre terre del lor contado, il che non facendo, protestava loro la guerra con tutti que' danni eh' ella arreca seco. Fu risposto al trombetto, che, per essere dirette le lettere ch'egli aveva portate, al Consiglio della città, non gli si poteva rispondere in-flno a tanto che non si radunava il Consiglio, il che si farebbe l'altro giorno, e gli si darebbe risposta. Ragunossi adunque l'altro dì il Consiglio, ed il popolo si messe tutto in arme in piazza. Furono nel Consiglio duo pareri; una parte voleva accordarsi col papa, e l'altra no: quegli che non volevano l'accordo, dicevano che se s'accordava colle genti del papa, primieramente si faceva contro al costume antico della città, il quale era sempre stato di voler riconoscere per signore quegli che regge il Palagio di Firenze, e non si fuggiva per questo la guerra, nè il pericolo della città, conciossiacosaché si faceva nuova nimicizia colla fortezza, la quale si teneva per quello Stato ch'era allora in Firenze; quegli che volevano l'accordo dicevano, che la città era di già spogliata dalle genti del papa di tutto il suo contado, e di già di verso San Miniato al Tedesco si moveva un altro colonnello per venire a' danni de'Volterrani, onde si correva pericolo del sacco e dell'ultima rovina della città, la quale, sebbene era forte di sito, non aveva dentro tanti uomini che la potessero difendere, e quegli pochi mal atti alle cose della guerra, e peggio d'accordo. Finalmente si venne a questa deliberazione, che si creassero dieci cittadini, i quali, insieme col commessarió e col capitano di Volterra, vedessero di provvedere alla salvezza della città. Gli uomini adunque che furono eletti a trattar queste cose, furono questi : messer Paolo Maffei, messer Lodovico Landini, ser Agostino Falconcini, ser Giovanni Gotti, Lodovico Incontri, Giovanni Marchi, Mariotto Lisci, Michelagnolo Fei, ser Niccolò Laostelli e Niccolò Gherardi.
1 Questa lettera, data di Montegomoli ai 42 di Febbraio 4550, è riferita in nota della detta»operetta del canonico Parclli.
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