Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
fi 530] libro undecimo. 293
davano la fortezza, e rimurarono tutti gli usci e le finestre ch'erano vòlte verso di quella, e ne fecero archibusiere per poter quindi tirare a'soldati della cittadella, quando volessero uscire nella città : messero una moschetta in sur un cavaliere ch'eglino avevano fatto in una casa sopra San Pier Vecchio, e con quella tiravano nella fortezza, e duoi altri cavalieri fecero, uno in sulla torre del capitano, e un altro in sulla torre degli Scaltri, la quale è presso a San Piero Nuovo, e sopra ciascun di questi cavalieri messono una moschetta per offender con essa quelli della cittadella.
LXXXII. Nel mezzo di questi travagli ammalò Ruberto Acciaiuoli, di maniera eh' egli deliberò di partirsi di Volterra; onde in suo scambio fu eletto commessario di quella città Taddeo Guiducci, il quale veggendo che in Volterra bisognava tener più guardia di quella che allora gli si trovava, per lo sospetto che s'aveva che i Fiorentini non cercassero per mezzo della cittadella di ripigliar Volterra; deliberò insieme col signore Alessandro Vitelli di soldare ancora dugento fanti, oltre a quegli eh'erano allora in Volterra, la metà de' quali dovesse pagare egli, e l'altra metà i Volterrani: e dato tutti questi ordini, il signor Alessandro si parti di Volterra, e lasciò per capitano di quelle genti che dovevano stare alla guardia di quella città, Giovambatista Borghesi da Siena, il quale mescolò i detti dugento fanti che si erano soldati, insieme con quegli eh' erano prima nella città, e gli divise in dua compagnie, all' una delle quali détte per capitano Carlo della Cesta, e all' altra Cammillo Borghesi ; e veggendo quindi a qualche giorno, che questi non bastavano alla guardia della città, soldo altri cento fanti, a' quali détte per capitano Carlo Man-nucci. Mandarono oltra di questo i Volterrani ambasciadori in campo a chiedere polvere e artiglieria, e furono loro dati cinque bariglioni di polvere, e promessi certi sagri, i quali erano in Siena, ogni volta che ne avessero bisogno: onde e'-manda-rono ancora, di volontà del commessario generale del campo, un ambasciadore a Siena a chiedere similmente artiglieria e munizioni, il quale fu udito benignamente dalla Balia, e offertogli quante artiglierie e munizioni volevano i Volterrani, e, non bastando quella ch'era in Siena, gli promessero di
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