Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      fi 530] libro undecimo. 309
      brizio mandò due delle sue compagnie dì soldati ad alloggiare nel convento di Sant' Andrea, eh' è presso alle mura di Volterra dalla parte di fuori, ed ordinò eh' eglino si fortificassero in quel convento; perchè un giorno il signor Cammillo da Piombino usci di Volterra con tutti i suoi soldati, e andò per cavarne quelle due compagnie del convento di sopra detto, e combattè con loro assai, di maniera che da ogni banda morì assai soldati; ma non potè cavargli di quel convento, di maniera che fedito d'un' archibusata in un ginocchio, se ne ritornò in Volterra, e di quivi a tre o quattro giorni si mori di quella fedita.
      XGIII. In questo mentre il Marchese del Guasto insieme con don Diego Sarmiento, dopo la presa d'Empoli, se ne vennero colle loro genti a Volterra, dove giunsero a' dodici di giugno la mattina innanzi giorno, ed accamparonsi appresso alla porta Fiorentina, dove per essere stracchi e per tener poco conto de'loro nimici, non si fortificarono altramente; perchè il Ferruccio mandò la medesima mattina al levar del sole ad assalirgli il capitan Francesco della Brocca Còrso, castellano della fortezza di Volterra, ed il capitano Goro da Montebenichi con circa trecento soldati, i quali nel principio misero in disordine e fecero ritirare indietro le genti spa-gnuole, e ne uccisero alcuni ; ma essendo le genti del Marchese soccorse dall' un de' lati da quelle due compagnie che noi dicemmo di sopra eh' erano nel convento di Sant' Andrea, e dall' altro dal resto de'soldati di Fabbrizio, fu mozza da ogni parte la strada a' soldati del Ferruccio eh' erano usciti di Volterra, sicché di loro ne rimasero tra prigioni e morti circa venticinque, de' quali uno fu il capitano Francesco dalla Brocca di sopra detto, ed il luogotenente del capitano Goro da Montebenichi ; sicché finalmente in quella fazione ricevettero più danno le genti del Ferruccio, le quali erano uscite di Volterra, che quelle de'nimici.
      XCIV. Il giorno di poi, che fu gli tredici di giugno, il Marchese condusse le sue artiglierie, le quali erano circa dieci cannoni, presso alla muraglia, e la notte di poi le condusse sotto le mura in quel luogo dove egli voleva far la batteria. Quivi il Ferruccio, avvisandosi che il Marchese doves-


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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