Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530]libro undecimo.
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loniere, se n'andò con alcuni de'suoi a casa Lorenzo, e facendo sembiante d'aver di che parlargli a solo a solo, lo fece uscir fuori, e cosi ragionando s'inviò verso piazza, e finalmente, ancora che egli facesse resistenza d'andarvi, lo condusse in Palazzo, dove fu menato al Bargello da'birri, e quivi esaminato con tortura tre di e tre notti innanzi ch'egli volesse confessare, non ostante che vi fosse la riprova e le lettere di sua mano; e confessato ch'ebbe, affermava d'aver ciò fatto con buono zelo ed in benefizio della città, dubitando non ella, se fosse stata presa per forza, andasse a sacco. Era a vedere cosi fatto spettacolo tutta la terra e buona parte de'soldati; e perchè tosto che il manigoldo legatagli la funicina al collo gli ebbe data la spinta, fu gridato da alcuni i quali erano alle finestre di dietro del palazzo vecchio de'Gondi, ad alta voce, taglia, taglia, volendo che tagliasse il capestro perchè fosse strascinato; si levò un grandissimo tumulto, dubitando i soldati del popolo, ed il popolo de'soldati; di maniera che sforzandosi ciascuno d'essere il primo a fuggire, si fece sì gran calca, che cadendo addosso l'uno all' altro, molti, oltre il perdere, non che l'arme, i panni di dosso, vi furono, venutisi meno, per affogare, e alcuni vi scoppiarono; onde fu biasimato molto l'averlo fatto giustiziare in quel luogo e a quel-l'ora. Ma si conobbe quanto vagliono l'arme bene ordinate in una città, perchè tutti i giovani della milizia si ridussono in un tratto senz' alcun romore ciascuno al suo gonfalone : il che fatto, s'acquietò ogni cosa, e i soldati del Monte, benché fosse detto loro, il popolo essersi levato in arme e gridato palle, palle, non si mossero da' luoghi loro.
CI. Egli è cosa certa, che in Firenze non si diceva, non che faceva; cosa nessuna d'alcun momento, la quale i nimici non risapessino incontanente, non solo dalle spie che vi tenevano essi salariate, ma eziandio dagli avvisi de'cittadini medesimi; e tra gli altri messer Filippo Mannegli canonico di Santa Maria del Fiore, uomo di più che pessima vita, metteva le lettere in una balestriera lungo terra presso alla porta a San Gallo, e Baccio Valori mandava a pigliarle segretamente: e alcuni non potendo o non volendo scrivere, facevano diversi cenni di su' tetti il di con lenzuoli o sarge, e la notte
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