Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
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320 storia fiorentina. [1530]Malegonnelle e messer Marco degli Asini, tutti e sette dottori di legge, Tommaso Soderini, Francesco Carducci, Pierfran-cesco Portinari, Girolamo di Tommaso Morelli, Domenico Borghini, Bernardo da Castiglione, Giovanni Spini, Anton-francesco Davanzati, Giovambatista Cei, Lionardo Dati, Lio-nardo Morelli, Luigi de' Pazzi, Luigi Cappelli, Piero Miglio-rotti, Francesco Serragli, Raffaello Lapaccini e Bartolommeo Amadori. Nasceva questo desiderio di combattere in uomini per la maggior parte pacifici, essendo quasi tutti dottori o mercatanti, parte dall'amore dell'universale verso la libertà, parte dall'odio de'particolari verso la casa de' Medici, parte dall'utile che traevano dalla repubblica; perchè non fu bugia, che ritrovandosi un cittadino di fuora in ufizio, scrisse alla moglie in Firenze, che pregasse e facesse pregare Dio che quella guerra durasse, perciocché ne caverebbe e avanzerebbe tanto, che potrebbe maritare agiatamente la loro figliuola: ma per lo più nasceva dal timor proprio che avevano molti di se medesimi; perciocché avendo eglino gravemente offeso e in detti e fatti papa Clemente, e conoscendolo crudele e vendicativo, dubitavano di non essere, come poi furono, acerbissimamente afflitti e perseguitati da lui ; senzachè non vi mancavano di quegli, i quali erano o di si gran bontà, o di si poco intelletto, che dalle parole mossi delle prediche di fra Girolamo, le quali chiamavano profezie, quanto più i nimici stringevano Firenze, tanto si rallegravano essi maggiormente, avendo per fermo, che quando la città fosse in termine ridotta eh' ella più rimedio nessuno non avesse né forza umana potesse in verun modo difenderla, allora finalmente, e non prima, dovessero essere mandati dal cielo in sulle mura gli angioli a liberarla miracolosamente colle spade: nè erano questi che ciò credevano uomini di volgo solamente e idioti, ma eziandio nobilissimi, come Giuliano Capponi; e letterati, come" Girolamo Beni vieni. A queste cose si aggiugnevano le predicazioni di maestro Benedetto di Santa Maria Novella, e di Fra Zaccheria di San Marco, nelle quali uno di certo astutamente, e l'altro forse per troppa credulità, promettevano la vittoria a' Fiorentini cosi chiara e cosi certa, come cosa la quale per nessun modo non potesse non essere, e trovavano
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