Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi
[1530]libro undecimo.
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qual volemo che sia suo, come è giusto e ragionevole per V autorità che hanno, e perchè padroni sono; e caso che Sua Eccellenza non volesse accordo senza la rovina di questa città, con volerla a discrezione e farne il suo piacere, a questo noi promettiamo, e volemo insieme con vostre Signorie combattere e porre le proprie vite, piuttosto che tal cosa acconsentire, senza replica alcuna, come chiaramente vostre Signorie vedranno. Quando anco all' universale popolo della città non paresse che si dovesse tentar più accordo alcuno, ma risoluti di combattere; noi, considerato che seguendo tale ruina, la quale il sommo Dio averta, ognuno d'essa città ne participe-rebbe, per tal cagione volendo noi mostrare che'l fuggire che facciamo, non è per timore delle nostre vite, ma solamente per curare la propria salute della prefata città; siamo contenti di buona voglia venire insieme con tutti di detta città a porre le vite proprie in tal benefizio, ma in questo a nostro contento e soddisfazione volemo sentire il general parere degli uomini di detta città, e che ciascuno parimente intenda gli nostri. Convocheranno adunque vostre Signorie il solilo loro general Consiglio, nel qual proposto ciascun di noi quello che in tal caso proporre si deve, e messo tal combattere a partito, e vincendosi al solito delle fave doversi eseguire, a ciascuno di noi parerà acquistar mille vite, se in quello le perderemo, restandone intieramente soddisfatti a Dio e al mondo; e mostreremo, e ora e sempre che occorrerà, ciò che per l'addietro mostrato abbiamo pel bum animo nostro al servizio di questa città. Ma perchè la rovina di essa potrebbe seguire ceto, altri mezzi che col combattere, che sarebbe dilatandosi o V una o l'altra risoluzione; volemo dunque evitare ogni inconveniente che occorrer potesse, giusto il poter nostro, interamente; risolvendo, che vostre Signorie si risolvano presto all' uno o l'altro modo, acciocché presto risolver si possa quanto ad eseguire si debbia, e fuggire ogn' altro pericolo che riuscire ne potesse. E intesi per vostre Signorie questi nostri ultimi resoluti animi, si risolveranno in quello che gli parerà, ma presto; perchè quando volessino dilatare tal materia (cosa che non pensiamo ), noi saremo sforzati a farvi le debite provvisioni, tutto per l'onore di quelle, e salvazione di questa città, e per
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