Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      [1530]libro undecimo.
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      tanto erano minori di numero, perchè i savi uomini furono sempre in ogni luogo pochissimi : e per certo a me non pare, • che bisognasse che Malatesta avvertisse cosi diligentemente la Signoria di voler far quello pet l'innanzi, qual volta gli paresse, cioè mandare uno o due uomini nel campo, eh' egli aveva di già fatto per l'addietro nascosamente tante volte. A che serviva questo protesto, e a qual fine lo faceva, se non per aver alcun pretesto da potersi almeno coloratamente ricoprire, se le pratiche sue e cotali andamenti scoperti si fossero? perchè voler tentare più la volontà del principe?, non sapeva egli l'animo suo, il qual era di non voler mandare don Ferrante, nè venire ad accordo nessuno, se prima non si fermava il punto di ricevere in Firenze le Palle, come innanzi al venzette, cioè signori? Conoscevano ottimamente i cittadini l'arti di Malatesta, cosi mercatanti e bottegai, come egli era usato di chiamargli; ma più la discordia che la semplicità loro, e più la perfidia che l'astuzia altrui gli aveva in luogo condotti, eh' era giuoco forza, non avendo essi nel pubblico nè grano nè danari, e avendo Malatesta le forze in mano, dissimulare di conoscerle; e di già s'era praticato negli Ottanta di raffrenare la licenza di coloro che sparlavano del signor Malatesta : ma le repubbliche non possono tutto quello eh' elle possono, come i principati; ed arebbe avuto in quel tempo bisogno la città di Firenze o d'un savio il quale fosse stato pazzo, o d'un pazzo il quale fosse stato savip; ma l'età nostra, o piuttosto la nostra educazione non produce più Scevoli.
      CXIV. Mentrechè Firenze era in incredibile trambusto e travaglio, s'ebbe lingua che'l principe s'era partito dal campo la sera dinanzi con tutto '1 nerbo dell' esercito per venire a battaglia col Ferruccio, acciocché non passasse. Parve a' Signori e agli altri del governo, che fusse venuto il tempo o di vincere i nimici, o di convincere Malatesta; e perciò ritornarono di nuovo, e con tutte le dolci ed umili parole, a pregarlo che in tanta occasione non volesse abbandonargli, avendo in mano la vittoria certa. Malatesta, il quale aveva mantenuta la fede al papa e al principe, e non a' Fiorentini, rispose, non esser vero che Oranges avesse sfornito il cam-
      vakchi. — 2. 29


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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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