Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

Pagina (339/465)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      338
      storia fiorentina. ,
      [1530Jpo, anzi aver menato con esso pochissima gente; tuttavia che % voleva, poiché se gli era aperto questo spiraglio, vedere se potesse assaltare i nimici e mettergli in rotta : e facendo le viste, per metter tempo in mezzo, ora di confortare e struire i capitani, ora di fornire i soldati di munizione, ora di mandare a riconoscere il sito e i forti degl'Imperiali, e baloccando quando intorno a una cosa, e quando a un' altra, lasciò passare quel giorno, stando la milizia fiorentina tuttavia in ordine e il gonfaloniere stesso per seguitarlo; ma venuta la sera tutti i Perugini, raccolte le loro bagaglie, fecero fardello, e altrettanto fecero i Còrsi, licenziando gli uni e gli altri i soldati fiorentini i quali erano nelle loro compagnie; onde si dubitò non volessero la notte o saccheggiare la città, o andarsi con Dio; e per questo i giovani stettono tutta notte vigilantissimi alle loro bande, e fecero la guardia alla piazza con somma diligenza. L'altro giorno, mentrechè Malatesta s'andava intrattenendo d'intorno a' medesimi preparamenti per tenere a bada i commessari e i capitani delle bande, i quali ardentissimamente lo sollecitavano, venne la nuova vera della rotta del Ferruccio; dico vera, perchè poco prima s'era sparso per Firenze con incredibile letizia, che il principe era stato morto, e l'esercito rotto e sconfitto dalle genti del Ferruccio. Per questa nuova i Palleschi, i quali erano ri-surti per la perdita d' Empoli, ma lavoravano segretamente, cominciarono a mostrarsi vivi alla scoperta : e Malatesta, alleggerito d'un gravissimo peso, e giudicando d' aver vinta la pugna, mandò tutto pieno di baldanza chi dicesse al gonfaloniere e alla Signoria, che la guerra risolutamente era perduta; onde bisognava por giù l'ostinazione, e pensare non più al combattere, ma all' accordarsi, e trovar modi che la città non andasse a sacco. La Pratica, per non mancar di diligenza nessuna, aveva mandato messer Donato Giannotti segretario de' signori Dieci, uomo non meno leale che prudente, a tentare 1 animo del signore Stefano, per veder d'indurlo a uscir fuori, e far prova della fortuna e della virtù ; ma egli che in vero era poco persuasibile, aveva risposto, non esser più tempo, e, molto fuor di tempo e contra le leggi e consuetudini militari, dimandò licenza: tanto può


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

Pagina (339/465)






Imperiali Perugini Còrsi Dio Malatesta Ferruccio Firenze Ferruccio Palleschi Empoli Malatesta Signoria Pratica Donato Giannotti Dieci Stefano