Storia fiorentina (volume 9) di Benedetto Varchi

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      storia fiorentina.
      [1530]chè cotale partito gli paresse dubbioso e pericoloso molto, di yoler ubbidire e soccorrere, che che seguire ne gli dovesse, la patria ; e perchè lo scongiuravano e gravavano che non mettesse alcun tempo in mezzo, parti il giorno di poi con Bartolo Tedaldi e Taddeo Guiducci di Volterra, e di venti insegne eh' egli aveva di fanteria, ne lasciò sette per guardia della città, i capitani delle quali erano: Niccolò Strozzi, Alessandro, chiamato Sandrino, Monaldi, il Gobbo e Francesco Scuccola dal Borgo a San Sepolcro, il capitano Fortuna dal Borgo a San Lorenzo, Pasquino da San Benedetto e Gio-vanmaria Pini da Siena, la cui banda ebbe poi Gualterotto Strozzi venuto dalla cittadella d'Arezzo; alle quali poco appresso se ne aggiunse un' altra, la qual fu quella del conte Gherardo della Gherardesca; e l'altre tredici menò seeo,i capitani delle quali furono: Gigi Machiavelli, Sprone e Balordo dal Borgo, Paolo, Giuliano e Giorgione Corsi, il Capitanino da Montebuoni, Vaviges Franzese, Antonio da Piombino, Gigi Niccolini,.......e Goro da Montebenichi. Menò
      seco ancora nove cittadini volterrani per istatichi : messer Giovambatista Minucci, Giovambatista di Bartolommeo, Giuliano e Gabbriello del Bava, Alessandro Fei, Giovanni Marchi detto Palaccio, Benedetto Falconcini, Francesco Giovannini e Antonio Gotti. Voleva anco menar Zaccheria Contugi; ma egli stette tutta la sera sfuggiasco senza lasciarsi trovare, e perciò fu messo la mattina da' nuovi commessari in fondo di torre, e gli bisognò per uscirne pagare cinquanta ducati. Con queste genti, le quali fra tutte erano millecinquecento fanti, oltre le sue lance spezzate, e con alcuni pochi cavalli, i quali gli erano rimasi, avendo inviati gli altri a Pisa, prese il cammino verso la Cecina, dove fu affrontato da una banda d'ar-chibusieri del Maramaldo, i quali s'ingegnavano di tenerlo a bada, tantoché comparisse Fabbrizio; ma egli che s'affrettava, attese a camminar sempre lungo il fiume, infinocbè giunse a Vada, di poi a Rosignano, dove fecero i soldati prova d'entrare, ma non poterono; e di quindi per la via di Livorno si condusse a Pisa in tre alloggiamenti, senzachè Fabbrizio, come s'era vantato, e come gli aveva commesso il principe, potesse impedirlo.
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Storia fiorentina (volume 9)
di Benedetto Varchi
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 464

   

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Bartolo Tedaldi Taddeo Guiducci Volterra Niccolò Strozzi Alessandro Sandrino Monaldi Gobbo Francesco Scuccola Borgo San Sepolcro Fortuna Borgo San Lorenzo Pasquino San Benedetto Gio-vanmaria Pini Siena Gualterotto Strozzi Arezzo Gherardo Gherardesca Gigi Machiavelli Sprone Balordo Borgo Paolo Giuliano Giorgione Corsi Capitanino Montebuoni Vaviges Franzese Antonio Piombino Gigi Niccolini Goro Montebenichi Giovambatista Minucci Giovambatista Bartolommeo Giuliano Gabbriello Bava Alessandro Fei Giovanni Marchi Palaccio Benedetto Falconcini Francesco Giovannini Antonio Gotti Zaccheria Contugi Pisa Cecina Maramaldo Fabbrizio Vada Rosignano Livorno Pisa Fabbrizio